Avvenire di Calabria

Un'esperienza nata tra i giovani dell'arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova ormai divenuta una realtà affermata

Corale giovanile diocesana di Reggio Calabria, talenti spesi per la comunità

La preghiera si trasforma in canto e musica: i giovani del Coro "Per Amore" si raccontano

di Antonio Marino

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La Corale giovanile diocesana anima tante liturgie nel Duomo di Reggio Calabria. Il prossimo impegno sono le ordinazioni dei nuovi sacerdoti, sabato 25 giugno.

Il seminarista s’accinge a vivere l’ammissione agli Ordini sacri: ha prestato servizio in diverse comunità parrocchiali e sottopone alla giovane musicista un’idea: creare, in occasione della Celebrazione eucaristica per l’ammissione ai Ordini sacri, un coro, fatto d’umani pezzi facenti parte di ciascuna delle realtà nelle quali ha vissuto il servizio, che, cantando, “racconti” il cammino vissuto.


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Quella, che all’epoca era una complicata e momentanea idea, oggi ha un nome: Coro Giovani Diocesano “Per Amore”. E quelli che, alla medesima epoca, s’accingevano, l’uno ad esser prete e l’altra ad assemblare voci e strumenti provenienti da campanili che si stagliano in diverse e distanti zone dell’arcidiocesi, oggi sono, l’uno, don Michele D’Agostino, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile, e l’altra, Iside Gurnari, direttore del suddetto Coro.

E così, prova dopo prova, tra spartiti e sorrisi, gargarismi e sacrifici, impastato con sincera amicizia, la Corale giovanile diocesana “Per Amore” anima, in Cattedrale e nelle chiese parrocchiali, celebrazioni eucaristiche presiedute dal vescovo con le annuali ordinazioni presbiterali, veglie in preparazione alle ordinazioni e messe per le ammissioni agli Ordini sacri o con le Ordinazioni diaconali, nonché la Festa degli Innamorati, nel compleanno della Caritas e nelle Giornate della Gioventù. Ma anche le messe col conferimento delle Cresime in alcune comunità parrocchiali.

Ora, trascorso un buon triennio, la domanda sorge spontanea: cosa “costringe” un manipolo di giovani a sobbarcarsi, insieme ai servizi vissuti in parrocchia o in associazione, anche l’artistico impegno musicale? Facile: l’Amore! E per comprendere tal risposta è opportuno rileggere l’ultima paradisiaca terzina lasciata dal Sommo Dante: «Ma già volgeva il mio disio e ‘l velle/ sì come rota ch’igualmente è mossa/ l’amor che move il sole e l’altre stelle». Ebbene sì: è l’Amore che infiamma il cuore e le ugole di quei giovani, e fra loro anche alcuni seminaristi e un paio di consacrate, che, ad esempio, al tempo del lockdovn, con webcam e computer, fan gruppo, ciascuno da casa propria: s’incontrano, si scrutano e si mettono a provare.

È l’Amore di chi ha fatto esperienza del Crocifisso Risorto: e avendola fatta, non può tenerla per sé. Deve condividerla, affinché chiunque avverta l’urgenza d’incrociare l’eterno sguardo del Nazareno. Tant’è che nella Lettera agli Artisti, nel 1999, San Giovanni Paolo II annotò: «Per trasmettere il messaggio La corale giovanile dell’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve rendere percepibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio». Insomma, soltanto dei giovani innamorati potevano farsi testimoni del mattino di Pasqua col canto, armonia del Creato e miscela d’umani talenti.

Il prossimo appuntamento della Corale giovanile diocesana: le ordinazioni sacerdotali

Sabato 25 giugno, alle 18 in Cattedrale, nei primi Vespri della solennità del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, don Matteo De Pietro e don Maurizio Demetrio, entrambi della parrocchia di Santo Stefano di Nicea, e don Giuseppe Stranieri della parrocchia di San Paolo alla Rotonda, saranno ordinati presbiteri per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone.


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È un tempo di grazia per la Chiesa reggina e per il Seminario arcivescovile Pio XI. La celebrazione del 25 giugno, sarà anche occasione per ringraziare il Signore del dono delle vocazioni. I futuri presbiteri che, in questi mesi, hanno vissuto il ministero diaconale presso le comunità parrocchiali che li hanno accolti, presiederanno per la prima volta l’eucaristia il giorno dopo: domenica 26 giugno.

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