Avvenire di Calabria

La Calabria è attualmente la regione più vicina alla zona gialla per via dei valori relativi ai ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive

Coronavirus. Calabria (quasi) in zona gialla

«La regione calabrese ha superato la soglia del 10% delle terapie intensive (è all'11% circa) con trend di crescita» spiega l'esperto del Cnr

di Redazione Web

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Coronavirus. Calabria (quasi) in zona gialla. La Calabria è attualmente la regione più vicina alla zona gialla per via dei valori relativi ai ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive, mentre Lombardia, Marche, Veneto e Liguria potrebbero raggiungere valori da zona gialla nelle prossime settimane.

Coronavirus. Calabria (quasi) in zona gialla

È quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), basate sui dati epidemiologici della Protezione civile e su quelli sull'occupazione negli ospedali forniti dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).


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"La Calabria ha superato la soglia del 10% delle terapie intensive (è all'11% circa) con trend di crescita, mentre è al 14,5% per i reparti ordinari, dove da 9 giorni subisce un'improvvisa crescita lineare con tasso di aumento pari a circa 0,39% al giorno. Di conseguenza - osserva l'esperto - entro martedì prossimo (giorno a cui di norma fa riferimento il monitoraggio settimanale del venerdì) si prevede che sia oltre le soglie per la zona gialla". 


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Nell'ultima settimana si osserva una frenata della crescita negli ingressi nelle terapie intensive e nei decessi, rileva ancora Sebastiani. "Mentre la curva della percentuale dei positivi ai test molecolari e quella dei positivi totali continuano a crescere in modo di fatto lineare, quella degli ingressi giornalieri in terapia intensiva e quella dei decessi mostrano nell'ultima settimana un trend di frenata della crescita, come messo in evidenza dall'analisi delle differenze percentuali settimanali - rileva Sebastiani - Le ultime due grandezze hanno un'importanza maggiore delle prime due poiché non risentono delle variazioni del numero di test giornalieri e coinvolgono le forme più gravi della malattia".

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