Avvenire di Calabria

L'omelia del pontefice in occasione della messa celebrata ieri nella Basilica di san Pietro

Corpus Domini, papa Francesco: «Servono catene di solidarietà»

Redazione Web

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Ieri, in occasione della messa per il Corpus Domini celebrata nella basilica di san Pietro, papa Francesco nella sua omelia si è soffermato sull’importanza del ricordo e della memoria, affermando che: «È essenziale ricordare il bene ricevuto: senza farne memoria diventiamo estranei a noi stessi, ‘passanti’ dell’esistenza. Senza memoria ci sradichiamo dal terreno che ci nutre e ci lasciamo portare via come foglie dal vento. Fare memoria invece è riannodarsi ai legami più forti, è sentirsi parte di una storia, è respirare con un popolo. La memoria non è una cosa privata, è la via che ci unisce a Dio e agli altri. La Scrittura – ricorda papa Francesco - ci è stata donata per vincere la dimenticanza di Dio. Quanto è importante farne memoria quando preghiamo! Per questo nella Bibbia il ricordo del Signore va trasmesso di generazione in generazione, va raccontato di padre in figlio.
Tanti hanno la memoria segnata da mancanze di affetto e da delusioni cocenti, ricevute da chi avrebbe dovuto dare amore e invece ha reso orfano il cuore - è l’analisi del papa - Si vorrebbe tornare indietro e cambiare il passato, ma non si può. Dio, però, può guarire queste ferite, immettendo nella nostra memoria un amore più grande: il suo. L’Eucaristia ci porta l’amore fedele del Padre, che risana la nostra orfanezza. Ci dà l’amore di Gesù, che ha trasformato un sepolcro da punto di arrivo a punto di partenza e allo stesso modo può ribaltare le nostre vite. Ci infonde l’amore dello Spirito Santo, che consola, perché non lascia mai soli, e cura le ferite».
Con l’Eucaristia, assicura Francesco, «il Signore guarisce anche la nostra memoria negativa, che porta sempre a galla le cose che non vanno e ci lascia in testa la triste idea che non siamo buoni a nulla, che facciamo solo errori, che siamo sbagliati. Con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza. Sempre avremo davanti agli occhi le nostre cadute, le fatiche, i problemi a casa e al lavoro, i sogni non realizzati. Ma il loro peso non ci schiaccerà perché, più in profondità, c’è Gesù che ci incoraggia col suo amore. Ecco la forza dell’Eucaristia, che ci trasforma in portatori di Dio: portatori di gioia, non di negatività».
«Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro».
L’appello del papa ai fedeli è di prendersi cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti, «e farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà».

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