Avvenire di Calabria

Conosciamo l'associazione nata durante la pandemia e che oggi si prende cura di 600 famiglie a Reggio Calabria

Corredino sospeso, la rete di mamme per le mamme

La presidente Simona Argento: «Il tutto è partito da un post condiviso su Facebook contenente un appello per una mamma in difficoltà»

di Mariarita Sciarrone

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Un progetto nato dalle mamme per prendersi cura di altre mamme. Corredino Sospeso prende vita nel 2020 a Reggio Calabria in risposta alle incertezze della pandemia. Simona Argento, presidente dell’associazione, si ritrova in quel momento storico a essere mamma da poco più di un mese e catapultata in una realtà fatta di tempi lenti. Di seguito l'intervista rilasciata al settimanale Avvenire di Calabria, in edicola domenica scorsa.

«Un giorno una conoscente, da poco incinta, mi ha scritto perché si trovava in difficoltà a causa della pandemia e di un lavoro precario. Ho pubblicato un post in un gruppo facebook dedicato a mamme reggine e in poco tempo sono stata travolta dalla generosità di tante persone», racconta Simona Argento. Ha inizio così il viaggio di Corredino Sospeso, un progetto dell’Associazione Pandora che si è trasformato negli anni in una rete di aiuto e sostegno per il territorio di Reggio Calabria.

Corredino Sospeso è un progetto che negli anni è cresciuto tantissimo. Come avete iniziato concretamente? 

Nei giorni successivi quel messaggio mi sono chiesta cosa potessimo fare per le famiglie che, sicuramente, stavano vivendo momenti difficili. Ho capito che tutte quelle mamme che avevano risposto al mio appello avevano voglia di mettersi insieme e creare qualcosa. Abbiamo iniziato in modalità on line, il punto di raccolta era casa mia, dove lavavo e sanificavo gli oggetti che donavamo, anche a mamme in zona rossa.



Successivamente, mio marito e io abbiamo destinato un locale della sua azienda come sede ufficiale di Corredino Sospeso. Oggi assistiamo circa 600 famiglie. 

Come riuscite a intercettare le famiglie che hanno più bisogno di supporto?

C’è tanta gente che vuole bene a Corredino Sospeso e ci segnala come punto di riferimento. Facciamo una grande rete, con parrocchie o persone che si occupano di beneficenza, che ci contattano per segnalarci situazioni di bisogno o per richiedere donazioni, case famiglia e centri antiviolenza. A volte sono le mamme stesse a venire da noi, altre volte ci contattano i punti nascita o i consultori. È così che, insieme, abbiamo costruito una grande rete di solidarietà, basata soprattutto sul passaparola e sui canali social dove siamo molto attive. 

Di recente avete inaugurato il progetto “Nidi di Latte”. In cosa consiste questo spazio? 

L’inaugurazione di Nidi di Latte è il frutto di un progetto nato all’interno di Corredino Sospeso, chiamato “Ci prendiamo cura di te”. Questo percorso offre screening, momenti informativi e formativi in ambito sanitario per mamme e bambini, con un focus sui neonati, sotto la direzione volontaria della dottoressa Maria Rosa Velletri, pediatra neonatologa.


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Lo scorso anno, molti incontri si sono svolti presso il consultorio di Gebbione, e da qui è nata l’idea di creare uno spazio accogliente per le famiglie, dove poter allattare e attendere le visite mediche. Grazie alle donazioni raccolte nelle campagne solidali di Pasqua, Natale e con le Bomboniere Solidali, siamo riusciti a realizzare Nidi di Latte. Questo sarà solo uno dei tanti progetti della nostra associazione, con l’obiettivo di costruire una città a misura di famiglia.

Quali sono le principali motivazioni che spingono le persone a unirsi a questa “rete virtuosa di mamme”? 

Noi volontarie ci sentiamo come piccole api operose e contagiose. Quando qualcuno viene a donare per la prima volta, spesso rimane colpito, forse non si aspetta un’accoglienza così calorosa e una sede così organizzata, e questo aiuta a creare fiducia. Le nostre attività sono dinamiche e versatili: non ci limitiamo a piegare e sistemare vestitini. Ci dedichiamo anche a creare bomboniere solidali, lavorare a maglia, progettare insieme e confrontarci. Passiamo dalla piazza al consultorio, dall’ospedale al lavoro in sede, organizzando attività per mamme e bambini. Questa versatilità attira molte persone a fare volontariato, perché vedono concretamente quello che facciamo. Ogni anno lasciamo un segno tangibile sul territorio e questo ispira fiducia. Inoltre, il nostro gruppo è variegato: abbiamo volontarie giovanissime, ma anche donne che sono già nonne.

In risposta al Balck Friday è nata la Giornata internazionale del dono. In che modo il progetto Corredino Sospeso si inserisce nel dibattito sul dono e la beneficenza? 

La pandemia ha inizialmente sortito una grande spinta alla generosità, per poi ritrarsi nella diffidenza. Per questo, senza ostentare, penso sia importante raccontare le nostre esperienze, perché fare del bene fa bene, è ridondante, ma è proprio così. E quindi bisogna dirlo al fine di sensibilizzare e trovare sempre più persone disposte a donare. La cosa che più ci colpisce è il dono del tempo. È vero, le donazioni monetarie attraverso la linea solidale reggono in piedi un progetto che ogni anno costa tanto. Tuttavia, è il tempo che fa davvero la differenza per noi: donare anche solo un’ora della propria giornata per sistemare i corredini o venire in sede a fare un turno. Spesso ci troviamo a parlare con persone che dicono di non avere tempo per donare, mentre per noi la giornata del dono è ogni giorno.

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