Avvenire di Calabria

Il sindaco accusa: «Effetti della gestione di quel periodo buio della Città sono purtroppo ancora tremendamente attuali»

Crac Multiservizi, è scontro politico tra Falcomatà e Scopelliti

Federico Minniti

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Può la bancarotta fraudolenta contestata a otto imprenditori [CLICCA QUI PER APPROFONDIRE] diventare tema di scontro politico? Sì, se di mezzo c'è la Multiservizi, l'Amministrazione comunale e il famigerato "Modello Reggio". A dar fuoco alle polveri sono state le dichiarazioni di Flavio Urbani, comandante della Guardia di Finanza, che ha condotto le indagini su mandato della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

 
«Se percorriamo strade disastrate, se a volte nelle nostre case apriamo un rubinetto e non esce l’acqua, se i nostri ragazzi non hanno a disposizione spazi adeguati per lo sport, le responsabilità sono ad oggi note, - ha specificato il responsabile delle Fiamme Gialle in riva allo Stretto - con nomi e cognomi». Parole chiare che, correttamente, hanno fatto montare l'indignazione pubblica. Fin quì, chiariamo, tutto pacifico.
 
Poche ore dopo la conferenza stampa congiunta di Gdf e Procura, sul caso è anche intervenuto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. «Questi sono i motivi per i quali gli effetti della gestione di quel periodo buio della città - ha affermato il primo cittadino - sono purtroppo ancora tremendamente attuali. È un quadro inquietante, peraltro già fotografato ai tempi della relazione della commissione antimafia e che oggi gli esiti finali dell’indagine mettono a fuoco in maniera impietosa».
 
Un j'accuse in piena regola, quello del primo cittadino, che ha calcato la mano su un processo ancora da celebrare. È vero che si tratta di contestazioni che, in alcuni casi, si basano su fatti già in giudicato, però Falcomatà ha dato sfoggio di un garantismo a intermittenza se si pensa al silenzio assordante all'indomani dell'operazione "Libro Nero" che vedeva tra gli imputati il cognato del primo cittadino, Demetrio Naccari Carlizzi.
 
E proprio nei confronti dell'ex assessore regionale al Bilancio parte la controffensiva di Giuseppe Scopelliti. L'ex sindaco di Reggio ed ex governatore della Calabria - attualmente detenuto per la condanna definitiva rispetto al caso-Fallara - parla per mezzo del suo avvocato, Aldo Labate. Da un lato si professa innocente e chiede di essere ascoltato nel più breve tempo possibile; dall'altro svela - mezzo stampa - la sua verità: «La decisione di permettere la nomina dell'amministratore delegato delle società partecipate ai soci di minoranza - condotta questa contestata al dottore Scopelliti nell'ambito del procedimento penale di cui si discute - sia stata decisa e votata in consiglio comunale già nell'anno 2001, proprio durante la sindacatura del professore Italo Falcomatà, su proposta dell'allora assessore avvocato Demetrio Naccari Carlizzi».
 
Una risposta diretta all'attuale primo cittadino che del sindaco della Primavera reggina è figlio ed erede politico. Mai come in questo caso si attendono risposte dalla magistratura, soprattutto dopo le dichiarazioni di Scopelliti. Ancor più tenendo presente che l'indagine di ieri era «pronta» da diverso tempo, ma autorizzata soltanto adesso. Un fatto contestato dai pasdaran del Modello Reggio che parlano di «giustizia ad orologeria» in piena campagna elettorale verso Palazzo San Giorgio.

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