Avvenire di Calabria

Parla di «dissesto fattuale», la sezione di controllo per la Calabria della Corte dei Conti

Crack Comune, la Corte dei Conti ”anticipa” il dissesto?

Redazione Web

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Parla di «dissesto fattuale», la sezione di controllo per la Calabria della Corte dei Conti. Una comunicazione lapidaria destinata agli uffici di Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria. Una doccia fredda, a sentire i primi umori della maggioranza. Cosa viene contestato all’Ente? Accanto a diversi rilevamenti circa la modalità di rientrare dal maxi–indebitamento sinora riscontrato, la Corte dei Conti calabrese contesta al Comune, il mancato impegno per rientrare dal debito per la fornitura idrica: «Dopo il formale riconoscimento di un debito fuori bilancio di 65 milioni di euro, il Comune ha previsto una copertura finanziaria solo per un importo di due milioni di euro (rate del 2020 e del 2021), mentre per la restante somma, non è stata prevista alcuna copertura finanziaria, né l’iscrizione a residuo passivo tra le scritture contabili del Comune». Insomma, la giustificazione trovata via social da Falcomatà è vera a metà. Il primo cittadino incassato il colpo aveva così replicato dalla sua fanpage Facebook: «Un “nuovo” debito del 2004 minaccia il nostro Comune. Si tratta dei 65 milioni del debito idrico con la Regione Calabria che, secondo la Corte dei Conti regionale, i reggini dovrebbero restituire in tre anni. Combatteremo anche questa volta». Ma secondo i magistrati contabili, il debito non è affatto “nuovo” a tal punto che gli stessi, nel commentare la nota si spingono a sotenere come lo stato delle casse di Palazzo San Giorgio «mina quella “trasparenza contabile” che è parte del bilancio quale bene pubblico, potendo rendere non esenti da responsabilità anche coloro che non hanno materialmente contribuito alla formazione della passività». In questi casi, quindi, il gioco dello scaricabarile non regge. E lo spettro del dissesto finanziario è dietro l’angolo. Un’opzione non di poco conto, tenendo presente che tra tre mesi i reggini dovrebbero tornare alle urne. Commissari permettendo.

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