Avvenire di Calabria

Il Decano del Capitolo metropolitano di Reggio Calabria - Bova, oggi, compie 90 anni

Denisi: «Novanta primavere al servizio della Chiesa reggina»

Federico Minniti

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Infaticabile. Monsignor Antonino Denisi, oggi, compie 90 anni: le sue giornate sono piene di incontri - seppur limitati dalla restrizioni dovute al coronavirus - e zeppe di lampi di genio. Una caratteristica immutata nel tempo perché sorretta dalla grazia di Dio, come lui stesso ci confida.

Monsignor Denisi, 90 primavere. Quale pensiero la attraversa in questa data?

Si tratta di un traguardo importante, ma non è conclusivo. Mi protendo in avanti, come dice San Paolo, e aspetto che ancora i sogni di Dio si realizzino nella mia vita. E sono certo che con la grazia dello Spirito, il mio sacerdozio potrà essere fecondo per la Chiesa di Dio nella mia città.

Se dovesse individuare tre passaggi che le hanno “cambiato” la vita, cosa indicherebbe?

Dopo il sacerdozio ricevuto nel 1953, devo ricordare il mio primo e unico grande amore come parroco a Santo Stefano d’Aspromonte dove non ho lasciato aspirazioni, bensì ho seminato col coraggio dei miei venticinque anni e i frutti si sono visti e si vedono ancora. Poi come dimenticare l’incontro con monsignor Aurelio Sorrentino nelle due diocesi di Potenza, dal 1967 al 1977, e di Reggio Calabria, dal 1977 al 1990, come suo segretario. Sorrentino mi è stato un padre e io, per lui, non sono stato solo un figlio, ma anche un fratello. Infine, voglio ricordare il tempo attuale in cui ho generato tre volumi in cui ho raccolto tutti i miei scritti dal 1956 al 2021. In particolare, mi piace ricordare che i miei esordi, in questo ambito, sono legati a L’Avvenire di Calabria. Questi tre volumi usciranno verso la fine di febbraio.

Che ricordi ha, in particolare, dei primi anni di servizio sacerdotale?

Il mio impegno a Santo Stefano d’Aspromonte non è stato solo di natura ecclesiale, ma ha anche avuto un punto di applicazione sociale e politico. Attraverso i miei giovani dell’Azione cattolica e delle Acli, io sono riuscito a portare quel Comune la cui tradizione partitica era ancorata al fascismo, ma - cosa ancor più grave - condizionato fortemente dalla ‘ndrangheta. Da quegli anni - quando io ho subito qualche ferita, ma poco importa - però tutta la Vallata del Gallico è cresciuta sotto il piano della democrazia e della crescita sociale.

Lei è nato subito dopo la “Grande depressione” economica e oggi si trova a convivere con la più grande pandemia del terzo millennio. La Chiesa come uscirà da questa crisi?

Nonostante le sofferenze di tanti fratelli, io sono ottimista perché anche questa storia è nelle mani di Dio. La Provvidenza non mancherà mai: attraverso questa pandemia sono sicuro che il Signore genererà una Chiesa nuova dentro una società nuova. E leggendo bene quanto accade, a livello italiano, ad esempio, credo il Paese si sta orientando proprio in questa direzione. La crisi non deve fare paura: il Papa ci spiega come questo termine, dal greco, vuol dire “crescita”. Andremo avanti con la parresia dello Spirito. 

La Chiesa reggina attraversa una fase di transizione. Che pensieri ha rispetto al futuro della diocesi?

Ispirandosi alla storia della Chiesa apostolica, sono certo che la nostra diocesi avrà un avvenire splendido. Clero e fedeli dovranno essere pronti a rispondere alle sfide del tempo e alle sollecitazioni che arriveranno dai nostri pastori. Cammineremo insieme, in pieno stile sinodale. 


La redazione de L’Avvenire di Calabria, «la prima casa» degli scritti di monsignor Denisi, come lo stesso prete racconta, porge i suoi più fervidi auguri di buon compleanno al sacerdote reggino.

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