Avvenire di Calabria

Sono trascorsi venticinque anni da quel 21 gennaio, fortunata e voluta coincidenza con l'ordinazione episcopale di monsignor Mondello

Diaconato, il ricordo degli ordinati del 1993

Redazione Web

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Venticinque anni sono trascorsi da quando il 21 gennaio del 1993 venivano ordinati nella Basilica Cattedrale, gremita all’inverosimile, 13 diaconi, di cui uno solo celibe, per l’imposizione delle mani di monsignor Vittorio Mondello. È stato il gruppo più folto e numeroso di questi anni. E’ stata una felice e voluta coincidenza con l’ordinazione episcopale dell’Arcivescovo di cui festeggiamo i quarant’anni di episcopato. Ormai è un dato acquisito nella riflessione conciliare sul ministero diaconale lo stretto legame ecclesiologico tra il vescovo e il diacono (LG, 29). Si legge nella Tradizione Apostolica che il diacono non è ordinato al sacerdozio ma alla diaconia del vescovo: un rapporto di ascolto e di dialogo intorno alle istanze e agli impegni di carattere diocesano, impegno che dovrebbe allargare continuamente l’orizzonte della Chiesa locale. Va ricordato che il cammino postconciliare della Chiesa reggina ha rivelato nella presenza e nella crescita dei fedeli laici la consapevolezza di una Chiesa tutta ministeriale. Tale sensibilità si è manifestata soprattutto attraverso la valorizzazione dei doni e dei carismi, in particolare con l'accoglienza dei ministeri istituiti e l'introduzione del ministero del diaconato. La novità di questa esperienza ha coinciso con l’avvio del ministero di monsignor Mondello, al quale ci sentiamo oggi di esprimere il nostro grazie per l’attenzione che ha prestato al diaconato. I primi passi per l’avvio del diaconato erano stati mossi ufficiosamente almeno nell’81, raccogliendo - grazie soprattutto alla generosità e convinzione di don Gianni Latella - il dono/sfida conciliare della ripresa di questa figura ministeriale, assente dalla fisionomia ecclesiale e pastorale della comunità diocesana e dalla società civile per un recupero della diaconia a tutti i livelli: dal senso della giustizia e della legalità alla promozione di ogni uomo, soprattutto i più poveri e disagiati. Anche se l’accoglienza della novità di questo ministero si è mossa tra la sorpresa e la diffidenza bisogna dire il vero che esso ormai in diocesi ha piena cittadinanza. Oggi sono presenti 42 diaconi. Credo, comunque, che bisogna ancora riflettere su quanto i vescovi italiani scrivevano in Evangelizzazione e ministeri: Col ripristino del diaconato la Chiesa ha la consapevolezza di accogliere un dono dello Spirito e di immettere così nel vivo tessuto ecclesiale energie cariche di una grazia peculiare e sacramentale, capaci perciò di maggiore fecondità pastorale […], dentro una società che ha bisogno di fermentazione evangelica e caritativa.

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