Avvenire di Calabria

Il 14 febbraio è l'anniversario del ritorno alla casa del padre dell'indimenticato sacerdote reggino

Dieci anni senza don Mimmo Geraci, il ricordo della parrocchia di Santa Lucia

La comunità di cui è stato guida per 60 anni lo ricorderà con una tre giorni di preghiera e iniziative

di Redazione Web

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Il 14 febbraio è l'anniversario del ritorno alla casa del Padre di don Mimmo Geraci, per sessant'anni parroco indimenticato della parrocchia di Santa Lucia di Reggio Calabria. A dieci anni dalla sua scomparsa, vi proponiamo il ricordo della comunità parrocchiale di cui è stato guida per 60 anni.

La comunità di Santa Lucia ricorda don Mimmo Geraci

Sono passati 10 anni da quel piovoso 14 febbraio 2013 nel quale alle prime ore del mattino don Mimmo Geraci è tornato alla casa del Padre. Ma il cristiano è un uomo di memoria e il linguaggio della gratitudine non ha tempo. A Reggio Calabria è, infatti, ancora oggi, vivo il ricordo, nel cuore della gente, dell’infaticabile ed entusiasta sacerdote che, per la comunità parrocchiale di Santa Lucia e per la città intera, ha vissuto la sua vocazione sacerdotale e ha testimoniato il suo amore verso il prossimo.


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La parrocchia di Santa Lucia ha organizzato tre giorni di eventi per ricordare la figura di don Mimmo Geraci. Domenica 12 febbraio alle ore 19.30 nella chiesa parrocchiale si terrà il concerto della “Young Concert Band” a cura dell’associazione musicale Nazareno Scerra Città di Melicucco, lunedì 13 febbraio alle 18.00 presso l’auditorium intitolato al sacerdote scomparso dieci anni fa, si terrà l’incontro “Ricordare per generare…” con la relazione di monsignor Filippo Curatola e le conclusioni di don Mimmo Cartella, parroco di Santa Lucia. Le celebrazioni si concluderanno martedì 14 febbraio alle ore 18.00 con una messa in suffragio presieduta da monsignor Vittorio Mondello, vescovo emerito.  

Don Mimmo Geraci, 60 anni di ministero nella parrocchia di Santa Lucia

Non è cosa ordinaria che un sacerdote, come lo è stato don Geraci, abbia dedicato interamente 60 anni di sacerdozio ad una sola Parrocchia: Santa Lucia a Reggio Calabria. Ordinato nel settembre del 1953 e, qualche mese dopo, inviato da monsignor Ferro, padre del suo sacerdozio, è giunto in Parrocchia senza mai più lasciarla. Attorno a lui, lungo un tempo che è la metà di un secolo, è cresciuta e si è sviluppata la comunità sociale del Quartiere e della Parrocchia.

Ha conosciuto generazioni, gioie e dolori, diventando un punto di riferimento costante, promotore ed educatore che ha precorso i tempi. Ha svolto, infatti, per quasi 60 anni il suo ministero di padre e pastore dapprima accanto al parroco del tempo don Quattrone che ha intuito nel giovane sacerdote doti non comuni di capacità organizzativa, di apertura sociale, di tenacia, di servizio e dedizione che poi avrebbero fatto di lui, nel tempo, quell’ uomo e quel sacerdote che ha maturato programmi sempre più impegnativi riuscendo a realizzarli. Come quando nel lontano ottobre 1984 ha fortemente voluto l’arrivo da Siviglia della Compagnia delle Sorelle della Croce per portare la solidarietà umana a domicilio nelle case delle persone sofferenti, e, tuttora presenti, hanno continuato nel segno totale di una carità evangelica vissuta e donata in servizio gratuito e gioioso.

Il ricordo di monsignor Nunnari

L’arcivescovo Nunnari ha così di don Mimmo Geraci scritto: «La sua storia si confrontava con la storia del quartiere perché don Mimmo è stato un profeta ad impiantare questa comunità parrocchiale dentro il cuore di un quartiere e dentro l’uomo. Santa Lucia è stata come il faro per la città: una comunità che ha aperto il suo cuore all’ uomo della strada. Dire Santa Lucia ha significato dire Parrocchia-Comunità-Famiglia».

E, infatti, don Geraci ha trasformato la Parrocchia in un contenitore di solidarietà, di promozione culturale e sociale con una miriade di iniziative e attività. Ma non è soltanto quello che ha fatto con la sua eterna voglia di fare e dare, ma come lo ha fatto credendoci, spendendo sé stesso, le sue forze, i suoi pensieri, il suo tempo. Amava dire: «l'importante è seminare, non importa se poco o molto».

Il ricordo di suor Paola Zampini (Figlie di Gesù Buon Pastore)

Era un perenne muoversi, non c’era un attimo di sosta nella sua vita. Ha amato aver sempre qualcosa da immaginare, progettare, realizzare, completare. «Il parroco dalle mille iniziative», lo ha definito Paola Zampini, Suora delle figlie di Gesù Buon Pastore che, nel lontano 68, ha dato inizio alla loro presenza a Santa Lucia, «una persona ottimista, pronta a captare i bisogni della gente, le necessità della pastorale e a cercare le risposte più adeguate».

«Trovava sempre una via d’uscita- secondo Suor Paola- e, con un modo tutto suo, coinvolgeva tutti così che era difficile che ricevesse un rifiuto e i collaboratori erano numerosi ed entusiasti. Meraviglioso l’incontro con i bambini, seduto in mezzo a loro, con la semplicità e l'affetto di un padre. Mi piace ricordare, ha concluso la Suora, la sua fede nella Provvidenza che era l’espressione più ricorrente sulle sue labbra, perché era la certezza che aveva nel cuore».

Quanti benefattori ha incontrato lungo il suo cammino che hanno creduto in lui, nelle sue azioni, nei fatti, a volte senza neppure lasciare il loro nome. Non sarebbe stato possibile se non avesse avuto la profonda capacità di credere nei suoi sogni, che poi erano i suoi progetti, anche oltre il limite che era umanamente credibile, e immaginare possibile anche l’impossibile, affidandosi totalmente alla Provvidenza.

«La prima volta che a Reggio Calabria, dopo il terremoto, due grandi anime della società, il Comune e la Chiesa, si sono avvicinate per la costruzione di un grande plesso della carità», sono state le parole pronunciate dall’ allora sindaco Italo Falcomatà, in occasione dell’atto di liberalità concesso alla proposta coraggiosa di Don Mimmo e accettato per la fiducia in lui e nella sua grande opera.

Accanto ai bambini e alle persone in difficoltà, una presenza costante

E, soprattutto, la sua presenza, c'era sempre: «Adesso a chi racconterò la mia vita?» ha sussurrato una donna e  non ci può essere testimonianza più autentica di quella pronunciata dalle voci dei bambini della Scuola Lucianum, i cui pensieri sono raccolti in pagine di pura innocenza e bellezza tra i quali: «Don Mimmo era un uomo che con la sua dolcezza infinita ha aiutato molte persone a superare le difficoltà di questa vita. Un uomo affettuoso che si alzava ogni mattina di tutta fretta per dare il buongiorno ai suoi bambini al cancello della scuola e non passava nessuno di noi senza ricevere una sua carezza, un uomo dal cuore grande che apriva la porta a chiunque bussava».

«Eri il miglior papà». «Tu hai messo la felicità nel mio cuore» e tanti ancora fino al loro canto corale, a conclusione del suo funerale: «Ti ricorderemo sempre nei cuori e avremo sempre il tuo sorriso» con il meraviglioso inno «Vieni con noi, aumenta la gioia».

Un cultore della bellezza spirituale ed artistica

La gioia che Don Mimmo ha manifestato anche per gli alti valori estetici ed artistici come ha testimoniato lo scultore Di Raco: «Le fatiche di Don Geraci sono state tante e silenziose e sono state emblematicamente espresse, a sua insaputa, all’ interno della Chiesa Santa Lucia, nella stazione di Via Crucis che lo raffigurava come il Cireneo, nella effige del martirio di Santa Lucia nella maiolica della Cappella omonima e nel bassorilievo del portale nell’atto di porgere l’ estremo Sacramento alla Santa morente».


PER APPROFONDIRE: Le suore del “Lucianum” al servizio delle anziane


Papa Francesco ha sottolineato che «siamo venuti al mondo per lasciare un’impronta» e don Mimmo Geraci l’ha lasciata. Incontrandolo per le strade del quartiere, dal saluto cordiale, al sorriso affettuoso, all’ abbraccio caloroso e al semplice sguardo, c’era il piccolo prete che ha fatto grandi cose e che ha illuminato un pezzo della vita della nostra città.

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