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Nonostante alcune criticità ancora presenti nel ciclo rifiuti, i comuni della Calabria puntano sulle buone pratiche. Reggio Calabria si è data un obiettivo: raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2026. Per il vicesindaco Brunetti, fino a qualche giorno fa delegato al settore ambiente, «la Puglia è il modello da seguire». Nel frattempo Comune e società “Ecologia oggi” lanciano il nuovo piano raccolta. Il percorso avviato due mesi fa è entrato finalmente nel vivo. Ecco cosa prevede.
Un sistema misto di raccolta, il ritorno dei cassonetti stradali (intelligenti), il potenziamento dello spazzamento meccanico e dei controlli e una campagna di sensibilizzazione nelle scuole. Così Reggio Calabria si prepara a raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2026, obiettivo fissato a livello nazionale. «Il nuovo piano di raccolta – spiega Paolo Brunetti, vicesindaco fino a qualche giorno fa con delega all’ambiente – è entrato nel vivo da circa due mesi e nasce da una progettazione condivisa con Conai, che lo ha ritenuto il più adatto alla nostra realtà urbana».
Il modello adottato prevede tre tipologie di raccolta: porta a porta spinto nei quartieri più popolosi, raccolta mista nelle periferie e cassonetti stradali nelle zone collinari e preaspromontane. L’operatività è affidata a Ecologia Oggi e ha già portato risultati positivi in diversi condomìni: «Nei palazzi con almeno otto famiglie – aggiunge Brunetti – i singoli mastelli sono stati sostituiti con cassonetti carrellati, eliminando il degrado visivo che si creava davanti agli ingressi». Tra le innovazioni previste, anche l’introduzione di cassonetti ingegnerizzati dotati di scheda personale per il conferimento, premessa per l’applicazione della tariffa puntuale.
«Pagheremo la Tari in base a quanto produrremo davvero» osserva Brunetti, sottolineando come il nuovo sistema punti alla qualità della raccolta. Non mancano i timori per un possibile calo delle percentuali, ma è già partita una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e, a metà attuazione del piano, sarà emessa un’ordinanza per regolare giorni e orari di conferimento, soprattutto per l’organico. «Stiamo valutando – precisa il vicesindaco – l’ampliamento del porta a porta spinto in alcune aree della zona B, dove il sistema misto funziona ma potrebbe essere migliorato senza costi aggiuntivi».
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Nonostante le difficoltà, Brunetti è ottimista: «Nel 2014 eravamo all’1,7%. Oggi ci attestiamo intorno al 46-47%, secondo i nostri dati. Un salto di 45 punti percentuali in dieci anni non è cosa da poco. Ora il passo successivo è il più difficile». Quartieri come Ciccarello, Mortara, Rione Marconi «noti per lo scempio degli anni passati» - e alcuni comparti di Arghillà stanno rispondendo bene, ma serve continuità.
Anche per questo prosegue l’attività di controllo: 3.500 sanzioni elevate con le fototrappole, di cui un migliaio contro evasori totali. «Presto ne installeremo di nuove, mobili, per evitare che chi abbandona i rifiuti semplicemente cambi zona».
Un’altra parte del piano riguarda la pulizia urbana, spesso criticata in passato: «Abbiamo avviato un nuovo sistema di spazzamento meccanizzato, con una calendarizzazione precisa e segnaletica visibile. Finalmente si supera il caos in cui le spazzatrici zigzagavano tra le auto parcheggiate», spiega Brunetti. Sono già in corso attività straordinarie di pulizia e diserbo, soprattutto nelle zone dove il servizio era carente. L’obiettivo è creare una routine urbana più efficiente e migliorare l’immagine della città.
Guardando alla Calabria, Brunetti evidenzia le criticità del sistema regionale. L’Arrical (Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria), pur rappresentando i comuni, ha avuto per lungo tempo un ruolo marginale, a causa della gestione commissariale. «Come Comuni, spesso siamo costretti a conferire fuori provincia, con spese maggiori a carico dei cittadini».
Brunetti non nasconde le responsabilità istituzionali, ma punta anche sul senso civico: «Quasi tutto è differenziabile. Se io, a casa, metto fuori solo un piccolo sacco di indifferenziata, lo possono fare tutti». Per il vicesindaco, le scuole sono fondamentali per trasmettere alle nuove generazioni il valore della raccolta differenziata.
«Se le amministrazioni non lavorano insieme – conclude – rischiamo di restare fanalino di coda d’Italia. In altre regioni del Sud come la Puglia, grazie alla realizzazione di impianti adeguati e campagne informative efficaci, sono riusciti a cambiare rotta. La Calabria è ancora indietro. Ci sono comuni dove la differenziata è pari zero. Reggio dal canto suo ha un peso importante, in quanto rappresenta il 10% della popolazione regionale. La città deve fare la sua parte. Noi ci crediamo».
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