Innovazione digitale e Accesso alle informazioni, ma tutta l'Italia naviga nelle stesse "acque"?
Digital divide al Sud, l’analisi sugli ultimi dati: divario ancora presente
Una guida al digital divide, uscito dall'agenda mediatica, ma fattore di differenziazione ancora attuale
di Redazione Web

Accesso alle informazioni, ma tutta l'Italia naviga nelle stesse "acque"? Una guida al digital divide, uscito dall'agenda mediatica, ma fattore di differenziazione ancora attuale.
C'è ancora digital divide tra Sud e Nord d'Italia?
Il 17 novembre del 2015, l’Unesco ha adottato una risoluzione (38 C/70) in cui si dichiarava il 28 settembre la Giornata Mondiale per il Diritto di Accesso Universale all’Informazione (IDUAI). Nell’ottobre del 2019, anche l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha raccolto (proclamazione) questa sollecitazione inserendo la giornata nel calendario civile dell’ONU.
Il 28 settembre, dunque, celebriamo un diritto fondamentale, che affonda le sue radici nell’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. L’intento primario della giornata è sostenere il diritto di tutti di accedere liberamente, ricevere, produrre informazione, nella convinzione che ciò rappresenti un prerequisito per la cittadinanza attiva, per una società della conoscenza efficace e inclusiva, per la rivendicazione e il sostegno dei diritti umani.
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Secondo l’ultimo DESI, l’Italia si colloca in 18° posizione fra i 27 Stati membri dell’UE. Nonostante negli ultimi anni l’Italia abbia sostanzialmente migliorato la propria performance, in particolare grazie all’istituzione di un Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, il nostro Paese è chiamato ad adottare strategie chiave e a lanciare misure strategiche che aiutino ad accelerare il processo di digitalizzazione.
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Infatti, essendo l’Italia la terza economia dell’UE per dimensioni, nella visione della Commissione europea i progressi del nostro Paese nei prossimi anni nel settore della trasformazione digitale saranno fondamentali per contribuire al conseguimento degli obiettivi del decennio digitale per il 2030 da parte di tutta l’UE.
L’analisi dei risultati evidenzia alcuni punti chiave:
- Oltre la metà dei cittadini italiani non dispone di competenze digitali di base, il che non consente di colmare il divario con la media europea.
- Per quanto riguarda la connettività, si osservano progressi in termini di diffusione dei servizi a banda larga e di realizzazione della rete;
- Il 60% delle PMI italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale e l’utilizzo di servizi cloud, in particolare, ha registrato una considerevole crescita.
- L’utilizzo di servizi pubblici digitali ha registrato una crescita considerevole negli ultimi due anni, nonostante vi faccia ricorso solo il 40% degli utenti italiani, rispetto alla media UE del 65%.
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Il report “Broadband coverage europe 2021” della Commissione Europea ha scandagliato le capacità di connessione a Internet in tutti i paesi dell’unione. Emerge che l’Italia (pagg. 120-124), presenta una disparità tra i livelli di copertura di alcune regioni e quelli delle aree rurali.
In termini di banda larga NGA (Next generation access), secondo il documento, i servizi a banda larga ad alta velocità basati su tecnologie NGA erano disponibili per il 97,0% delle famiglie italiane e per l’88,4% delle famiglie rurali italiane. L’anno precedente i dati, rispettivamente, erano inferiori (92.7% e 76.2%, nel 2020, e 88,9% e 68,4%, nel 2019).
Considerando l’Italia divisa nelle due macro-ripartizioni Centro-Nord e Mezzogiorno, invece, l’Istat evidenzia un gap nel 2021 di circa il 6%. Nel 2021, infatti, il grado di diffusione di Internet nelle famiglie (attraverso tutte le tecnologie a disposizione) era dell’83,3% nel Centro-Nord contro il 77,6% nel Mezzogiorno.
Nonostante la digitalizzazione del territorio italiano stia avanzando abbastanza speditamente, con progressive implementazioni di infrastrutture a “banda ultra-larga”, i divari territoriali sono ancora rilevanti. In Italia, ad oggi, vi sono ampie aree in cui gli abitanti non hanno a disposizione una connessione a internet e ai quali, dunque, sono negati i diritti fondamentali del servizio universale e le libertà civili e politiche connesse al principio di cittadinanza digitale.