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Il piano di dimensionamento scolastico approvato per la Calabria ha scatenato la protesta della Uil Calabria e della Uil Scuola Calabria, che denunciano gravi conseguenze per la qualità dell’istruzione e la tenuta sociale del territorio.
Sulla base dello Schema di Decreto Interministeriale del MIM del 24 maggio 2023, la Regione Calabria ha visto una significativa riduzione delle autonomie scolastiche per il triennio 2024-2027. Per l’A.S. 2024/2025, le autonomie assegnate sono 288, suddivise tra le province: Catanzaro (51), Cosenza (108), Crotone (30), Vibo Valentia (22) e Reggio Calabria (77).
Nel triennio in esame, il numero di autonomie scolastiche passerà da 281 per il 2024/2025 a 276 per il 2026/2027, con una riduzione complessiva di 84 autonomie scolastiche.
La Uil Calabria e la Uil Scuola Calabria hanno espresso una ferma opposizione a questo processo, definendolo un’operazione che sacrifica il diritto all’istruzione e aggrava le condizioni di studenti, famiglie e lavoratori.
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«L’unico vantaggio - ha dichiarato Mariaelena Senese, Segretaria generale della Uil Calabria - sarà per le casse dello Stato, ma il costo sociale sarà altissimo. Questa scelta avrà conseguenze gravi su un sistema scolastico già fragile, segnato da anni di tagli e mancati investimenti strutturali».
La riorganizzazione comporterà un aumento delle difficoltà logistiche per studenti e famiglie, una riduzione dell’offerta formativa e un peggioramento delle condizioni lavorative per il personale scolastico.
Secondo la Uil, i dirigenti scolastici, il personale docente e ATA dovranno affrontare carichi di lavoro maggiori, con minore stabilità e una crescita delle responsabilità senza adeguati riconoscimenti.
Per gli studenti, il dimensionamento scolastico significherà meno scuole nei territori periferici, con un aumento delle disuguaglianze e difficoltà logistiche. Le famiglie, specialmente quelle meno abbienti, subiranno un aggravio dei costi e difficoltà nella gestione degli spostamenti e nell’organizzazione quotidiana.
La Uil denuncia il rischio che il dimensionamento indebolisca il ruolo della scuola come presidio culturale e sociale, svuotando i territori più fragili di servizi essenziali.
«La scuola - ha dichiarato Andrea Codispoti, Segretario generale della Uil Scuola Calabria - non può essere trattata come una voce di bilancio da tagliare. La Regione e le Province non hanno rivisto il piano dello scorso anno, né hanno coinvolto i sindacati del comparto scuola, che conoscono davvero le esigenze della rete scolastica calabrese».
I sindacalisti chiedono un cambio di rotta: «La scuola deve tornare al centro dell’agenda politica regionale e nazionale. È necessario investire per migliorare la qualità della didattica, le infrastrutture scolastiche e garantire una presenza capillare di scuole in tutta la Calabria».
Questo appello, rivolto alle istituzioni, evidenzia la necessità di trattare il sistema scolastico come un motore di crescita sociale ed economica, anziché un capitolo di spesa da comprimere.
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