Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Tomasi (Treviso) ricorda bombardamento 1944, “è stata crocifissione fatta di bombe”

di Redazione Web

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“Noi che siamo qui, oggi, siamo disposti a vedere in Cristo Gesù la luce sui passi del nostro cammino? Siamo disposti a lasciare illuminare il mondo dalla luce della sua Parola, dalla forza delle sue opere, dallo scandalo della sua Croce, dalla verità della sua risurrezione? Gli avversari suoi contemporanei hanno deciso diversamente, determinati a farlo tacere, lo hanno condotto sino alla morte in croce. Non hanno accettato che fosse lui a vincere le tenebre. E noi?”. Sono queste le parole del vescovo Michele Tomasi alla commemorazione dell’81° anniversario del bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, svoltasi questa mattina nella palestra della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, alla quale hanno preso parte il sindaco di Treviso, Mario Conte, ed altre autorità civili e militari. “Oggi come allora, e come sempre nella storia, la nostra vita è minacciata da tenebre che non ci fanno godere dell’esistenza, che non ci permettono di trovare e di percorrere sentieri e vie di bene, di giustizia e di pace. Non c’è purtroppo niente di nuovo nella presenza di queste tenebre. Niente di nuovo rispetto alla desolazione creata dalle guerre, che questa nostra terra ha dovuto subire tante volte: sul fronte insanguinato della prima guerra mondiale, nel dolore che ci fa ammutolire del Venerdì santo dell’umanità, realmente simboleggiato in quel Venerdì santo di ottantuno anni fa, che per la nostra città è stata crocifissione fatta di bombe, di terrore, di polvere acre, di grida strazianti, di morti innocenti. Le conosciamo bene, le tenebre della storia”, ha proseguito mons. Tomasi parlando di “una crocifissione reale, non solo simbolica”, in riferimento alle 1.600 vittime civili e ai 123 bambini uccisi nei rifugi della scuola elementare “Don Milani”, evidenziando come la memoria non basta se non diventa scelta. “Il bene si costruisce con strumenti di bene, la pace con strumenti di pace”, ha proseguito il vescovo collegando il dramma della guerra di ieri alle guerre di oggi: “Non possiamo ricordare senza lasciarci toccare da chi oggi vive sotto le bombe, anche vicino a noi”. E ha invitato a cambiare sguardo: “Quando valutiamo le vicende del mondo, lo facciamo secondo la carne o secondo il Vangelo di Cristo?”. Nel passaggio finale dell’omelia un invito a non cedere alla rassegnazione: “Abbiamo in questo il sostegno di Gesù di Nazaret, vero Dio, vero uomo. Abbiamo la sua presenza viva. Abbiamo la sua Parola, il suo Vangelo. Nella sua luce possiamo vedere la luce. Nel Venerdì santo della nostra storia, sono gettati i germi fecondi della Risurrezione di Cristo e della nostra. Ringraziamo per la grazia della memoria che ci è stata donata, chiediamo quella dell’impegno per la giustizia, la verità, la pace”.

Fonte: Agensir

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