Avvenire di Calabria

Oggi è la Giornata mondiale per il disarmo nucleare: un momento di riflessione che ci parla di tragedie passati, ma ancora presenti

Disarmo nucleare, tutt’altro che un tema passato: l’impegno della Chiesa

Sul tema, da sempre, la Chiesa cattolica ha una posizione oltranzista in cui chiede a gran voce il disarmo da parte delle potenze nucleari

di Redazione Web

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Oggi è la Giornata mondiale per il disarmo nucleare: un momento di riflessione che ci parla di tragedie passati, ma ancora presenti. Sul tema, da sempre, la Chiesa cattolica ha una posizione oltranzista in cui chiede a gran voce il disarmo da parte delle potenze nucleari.

La Chiesa e il disarmo nucleare, «in piedi costruttori di Pace»

Il 26 settembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, indetta dall’ONU in ricordo della scelta di coraggio del Colonnello sovietico Stanislav Petrov che nel 1983 scelse di fermare una risposta missilistica contro gli Usa. 


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Profeta inascoltato al suo tempo e inascoltato purtroppo ancora oggi, nonostante la crescente fama di santità e le innumerevoli attestazioni di stima e di venerazione a lui tributate.

Stiamo parlando di don Tonino Bello. Il suo alto magistero in tema di pace, disarmo, nonviolenza è quanto mai disatteso, oscurato, non ancora preso in attenta e convinta considerazione.

«Le armi generano cattivi sogni» diceva don Tonino Bello citando Paolo VI: «Le armi, quelle terribili specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancora prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli».


PER APPROFONDIRE: Pace. Poveri. Parresia. Savino ricorda don Tonino Bello


Prosegue il presule pugliese: «Le armi sono un crimine contro i poveri. La corsa agli armamenti anche quando è dettata da una preoccupazione di legittima difesa costituisce in realtà un furto, perché i capitali astronomici destinati alla fabbricazione e alle scorte delle armi costituiscono una vera distorsione dei fondi da parte dei gerenti delle grandi nazioni e dei blocchi meglio favoriti».

«La contraddizione manifesta fra lo spreco della sovrapproduzione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali non soddisfatti (paesi in via di sviluppo, emarginati e poveri delle società abbienti) costituisce una aggressione verso quelli che ne sono vittime. Aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame» spiega.

«È chiaro - sottolinea don Tonino - che la ricerca di interessi privati o collettivi a breve termine non può legittimare imprese che fomentano al violenza e i conflitti tra le nazioni e che compromettono l’ordine giuridico internazionale».

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