Avvenire di Calabria

Intervista alla dirigente dell'Istituto comprensivo "Alighieri - Radice" di Catona

Dispersione scolastica, Sapone: «Nostro dovere stare accanto all’alunno»

Da anni la preside porta avanti con la sua scuola una importante sfida educativa contro abbandono e povertà educative

di Francesco Chindemi

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Dispersione scolastica a Reggio Calabria, ne parliamo con la dirigente di uno degli Istituti comprensivi della città che ricade in un'area periferica, ad alto rischio sociale. Istituto da anni in prima linea contro abbandono e povertà educative.

Dispersione scolastica Reggio Calabria, parla la dirigente dell'Istituto Alighieri-Radice di Catona

La sua scuola ricade su un territorio che abbraccia una delle cosiddette “aree a rischio” della città di Reggio Calabria, il quartiere Arghillà. Simona Sapone, dirigente dell’Istituto comprensivo “Radice-Alighieri” di Catona, continua a portare avanti la sua sfida educativa scegliendo di continuare ad operare in “periferia”.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Una sfida impegnativa volta a contrastare le tante povertà educative che si incontrano in questo lembo di territorio della periferia nord di Reggio Calabria.

La Calabria è tra le regioni a più alto tasso di abbandono dello studio durante le scuole medie. Da cosa dipende?

Il fenomeno dell’abbandono scolastico si inserisce senz’altro in quello più ampio della dispersione scolastica che include una molteplicità di situazioni differenti: interruzione nel percorso scolastico, evasione dell’obbligo di frequenza, ritardi, abbandono prima della fine del ciclo formativo.

Come intervenire?

Esiste un maggior abbandono scolastico nel Sud Italia. In Calabria, per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado, si verifica maggiore dispersione scolastica. Tale condizione si lega probabilmente al tasso di disoccupazione nel contesto sociale in cui vivono gli alunni. Maggiore è la mancanza di lavoro, più è alto il fenomeno di abbandono. L’implementazione di strategie culturali, sociali ed economiche sul piano nazionale e in ambito locale potrebbe abbassare il tasso di abbandono.

Il suo Istituto di “periferia” come affronta le povertà educative e la dispersione scolastica?

Una delle principali priorità della scuola che dirigo è quella di fronteggiare e prevenire il fenomeno dell’abbandono scolastico. Il centro dell’istituzione è lo studente.


PER APPROFONDIRE: Minori a rischio, dal disagio al riscatto grazie alla formazione


Formazione dei docenti, personalizzazione degli apprendimenti, organizzazione e gestione delle classi, implementazione di laboratori didattici e tecnologie digitali, miglioramento del patto scuola/ famiglia, supporto linguistico per gli alunni non nati in Italia, sono alcune delle misure messe in atto per contrastare il fenomeno.

Come emerge dagli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione, c’è una significativa percentuale di studenti che lasciano nel passaggio dalla scuola di primo grado a quella di secondo grado. Quanto è importante l’orientamento?

La prevenzione dell’abbandono scolastico include anche quelle iniziative che riguardano l’orientamento scolastico al fine di consentire agli studenti una maggiore comprensione delle proprie attitudini e poter effettuare scelte consapevoli rispetto alle prospettive di formazione.

Gli istituti onnicomprensivi nelle zone a rischio, può essere una soluzione, anche alle nostre latitudini, contro l’abbandono?

Gli istituti onnicomprensivi sono nati soprattutto per valorizzare quelle aree territoriali dove i numeri della popolazione scolastica erano tali da non permettere l’autonomia delle scuole. Non credo che questa tipologia d’istituto possa essere una soluzione, nel nostro territorio, contro l’abbandono scolastico.

Articoli Correlati