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Dispersione scolastica a Reggio Calabria, ne parliamo con la dirigente di uno degli Istituti comprensivi della città che ricade in un'area periferica, ad alto rischio sociale. Istituto da anni in prima linea contro abbandono e povertà educative.
La sua scuola ricade su un territorio che abbraccia una delle cosiddette “aree a rischio” della città di Reggio Calabria, il quartiere Arghillà. Simona Sapone, dirigente dell’Istituto comprensivo “Radice-Alighieri” di Catona, continua a portare avanti la sua sfida educativa scegliendo di continuare ad operare in “periferia”.
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Una sfida impegnativa volta a contrastare le tante povertà educative che si incontrano in questo lembo di territorio della periferia nord di Reggio Calabria.
Il fenomeno dell’abbandono scolastico si inserisce senz’altro in quello più ampio della dispersione scolastica che include una molteplicità di situazioni differenti: interruzione nel percorso scolastico, evasione dell’obbligo di frequenza, ritardi, abbandono prima della fine del ciclo formativo.
Esiste un maggior abbandono scolastico nel Sud Italia. In Calabria, per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado, si verifica maggiore dispersione scolastica. Tale condizione si lega probabilmente al tasso di disoccupazione nel contesto sociale in cui vivono gli alunni. Maggiore è la mancanza di lavoro, più è alto il fenomeno di abbandono. L’implementazione di strategie culturali, sociali ed economiche sul piano nazionale e in ambito locale potrebbe abbassare il tasso di abbandono.
Una delle principali priorità della scuola che dirigo è quella di fronteggiare e prevenire il fenomeno dell’abbandono scolastico. Il centro dell’istituzione è lo studente.
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Formazione dei docenti, personalizzazione degli apprendimenti, organizzazione e gestione delle classi, implementazione di laboratori didattici e tecnologie digitali, miglioramento del patto scuola/ famiglia, supporto linguistico per gli alunni non nati in Italia, sono alcune delle misure messe in atto per contrastare il fenomeno.
La prevenzione dell’abbandono scolastico include anche quelle iniziative che riguardano l’orientamento scolastico al fine di consentire agli studenti una maggiore comprensione delle proprie attitudini e poter effettuare scelte consapevoli rispetto alle prospettive di formazione.
Gli istituti onnicomprensivi sono nati soprattutto per valorizzare quelle aree territoriali dove i numeri della popolazione scolastica erano tali da non permettere l’autonomia delle scuole. Non credo che questa tipologia d’istituto possa essere una soluzione, nel nostro territorio, contro l’abbandono scolastico.
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