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La regione in cui sono presenti più enti in condizione di dissesto finanziario è la Calabria seguita dalla Sicilia. Il Governo prova a dare una mano agli Enti locali in crisi col decreto legge Omnibus.
La regione in cui sono presenti più enti in condizione di dissesto finanziario è la Calabria (37) seguita da Sicilia (30) e Campania (9). Non ne risultano alla data di rilevazione in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Emilia-Romagna.
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Anche gli enti locali sono obbligati a seguire particolari regole per la stabilità dei propri conti pubblici e può capitare che l’ente non riesca più a mantenere una situazione sostenibile. Nei casi più gravi si parla di dissesto finanziario. Si tratta di una procedura che viene messa in atto quando l’ente locale non è più in grado di svolgere le proprie funzioni ed erogare servizi indispensabili, oltre ad avere difficoltà nell’assolvere ai debiti. Questa procedura è definita dall’articolo 244 del testo unico degli enti locali (Tuel).
Dopo la deliberazione dello stato di dissesto, è necessario stabilire la condizione dell’ente. Viene redatta una relazione dettagliata che viene poi presentata al ministero degli interni e alla corte dei conti a cui fa riferimento il territorio (Tuel, articolo 246). In seguito, viene nominato un organo straordinario per la liquidazione che si occupa di rilevare la massa attiva e quella passiva dell’ente (Tuel, articoli 252-256).
Questo organo è composto da commissari. In seguito a queste procedure viene redatto un altro documento, il bilancio stabilmente riequilibrato, in cui le singole voci di spesa sono bilanciate e coprono tutti i servizi necessari. Durante i cinque o i tre anni successivi all’approvazione di questo documento, si procede al risanamento dell’ente.
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Nel decreto legge Omnibus si prevede la possibilità di attribuire delle risorse agli enti locali che hanno deliberato il dissesto finanziario dal 1° gennaio 2018, e che hanno aderito alla procedura semplificata o transattiva per la liquidazione dei debiti, di ottenere un’anticipazione di liquidità a valere sulle risorse del fondo di rotazione per un ammontare complessivo di 300 milioni di euro.
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