Avvenire di Calabria

Oggi è la Giornata mondiale dell'Alimentazione: un tempo di riflessione sulle urgenze che riguardano i più fragili

Disturbi alimentari, numeri in crescita tra i bambini

Tra loro ci sono certamente molti bambini che stanno affrontando, in modo anticipato, le difficoltà dei disturbi alimentari

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Oggi è la Giornata mondiale dell'Alimentazione: un tempo di riflessione sulle urgenze che riguardano i più fragili. Tra loro ci sono certamente molti bambini che stanno affrontando, in modo anticipato, le difficoltà dei disturbi alimentari.

Bambini e disturbi alimentari, quali domande porsi?

La giornata mondiale dell'alimentazione è una ricorrenza che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 16 ottobre per ricordare l'anniversario della data di fondazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, comunemente conosciuta come FAO.


I NOSTRI APPROFONDIMENTI: Stai leggendo un contenuto premium creato grazie al sostegno dei nostri abbonati. Scopri anche tu come sostenerci.


«L’acqua è vita, l’acqua ci nutre.  Non lasciare nessuno indietro». Questo lo slogan di quest'anno.

Oggi 2,4 miliardi di persone vivono in paesi soggetti a stress idrico. Molti sono piccoli agricoltori già in difficoltà a soddisfare le loro necessità quotidiane, in particolare donne, popolazioni indigene, migranti e rifugiati: si fa sempre più aspra la competizione per l’accesso a questa inestimabile risorsa e la scarsità di risorse idriche diventa sempre più causa di conflitti armati. 

Circa 600 milioni di persone dipendono, almeno in parte, da sistemi alimentari acquatici e sono esposte agli effetti dell’inquinamento, del degrado degli ecosistemi, delle pratiche non sostenibili e del cambiamento climatico.  


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


C'è, però, un'altra urgenza da affrontare. Anche in Italia. Stiamo parlando dei disturbi alimentari tra i bambini.

disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno generalmente un esordio in età adolescenziale, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad una comparsa precoce dei tipici sintomi, già  durante l’infanzia e la prima adolescenza, sia rispetto ai disturbi dell'alimentazione poi diagnosticati in età adulta, sia rispetto ai disturbi della nutrizione specifici di quell’età. 

Purtroppo già all’età di 8 anni vengono rilevate problematiche legate all’anoressia e alla bulimia, insieme ad altri disordini alimentari più difficili da individuare, come l’alimentazione selettiva o la disfagia (difficoltà a deglutire).

Il ruolo dei genitori è dunque fondamentale nel fare attenzione a tutti quei segnali di rischio che spesso si tende a sottovalutare, soprattutto nelle bambine e ne bambini, in quanto più l’inizio della malattia è precoce, più le conseguenze sono gravi e compromettono in maniera seria la salute psico-fisica.


PER APPROFONDIRE: Giornata Mondiale dell’alimentazione, Paolillo: «Basta sprechi»


Le cause che possiamo far ricondurre alla comparsa di un disturbo dell'alimentazione in età evolutiva non convergono in un’unica direzione. L’origine è spesso dovuta a: caratteristiche innate del bambina/o aspetti relazionali, stress psicosociali, difficoltà di regolazione emotiva. Quindi esiste un mix di fattori combinati nel determinare la comparsa di un DCA durante l’infanzia.Tuttavia, tra i fattori più rilevanti troviamo:

fattori predisponenti: indicano una vulnerabilità personale che può essere determinata da una dimensione: genetica (ad esempio il temperamento del bambino), ambientale (interazione disfunzionale bambino-caregiver), psicologica (insoddisfazione corporea, bassa autostima), ecc.

I fattori precipitanti: determinano l’esplosione del disturbo in quei bambini che presentano una predisposizione di questo tipo e possono comprendere: eventi traumatici, lutti, malattie, conflitti familiari, ecc.

fattori di mantenimento: favoriscono la persistenza del disturbo attraverso un circolo vizioso in cui le conseguenze fisiche e psicologiche del disturbo, col passare del tempo, permettono lo stabilizzarsi di stati emotivi depressivi, ansiosi, d’insoddisfazione che, a loro volta, innescano comportamenti disfunzionali (come un’ulteriore restrizione del regime alimentare) con il fine di migliorare la propria autostima. 

Cosa può fare un genitore?

Gestire la rabbia anche a tavola limitando quanto più possibile le “battaglie” per il controllo del cibo e i conflitti relativi l’alimentazione in famiglia. 

Evitare metodi coercitivi, lotte di potere o ricatti: “se mangi questo ti compro il gioco”.

Il bambino osserva e impara dal suo ambiente, motivo per cui è importante proporre a tavola un’alimentazione variegata ed equilibrata. 

Fornire comunque dei limiti chiari e non negoziabili nel caso vi siano spiluccamenti da parte del bambino (picky eating).

È importante ricordare che si raccomanda la richiesta di aiuto specialistico il prima possibile, soprattutto qualora il genitore osservi comportamenti alimentari non adatti all’età dei figli. Infatti più tempestivo è l’intervento, migliore è la prognosi, consentendo così di evitare possibili complicazioni.

Articoli Correlati