Giurano le nuove Guardie per l’Ambiente ed Ecozoofile
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Si è celebrato martedì, nel Dipartimento di Agraria dell'università Mediterranea, l'appuntamento annuale con la Giornata Mondiale dell'Alimentazione indetta dalla Fao in tutti i Paesi del mondo. Il tema di quest'anno è stato l'obiettivo "Fame zero" entro il 2030. Per capire meglio obiettivi e applicazioni quotidiane delle strategie di contrasto alla fame abbiamo sentito Antonio Paolillo, tecnologo alimentare e organizzatore dell'evento reggino.
Quando ha pensato di celebrare la Giornata Mondiale dell’Alimentazione a Reggio Calabria?
Innanzitutto ringrazio l’Avvenire di Calabria per avermi concesso l’opportunità di parlare della GMA e sono particolarmente felice perché è un giornale a cui io sono molto affezionato. La giornata mondiale dell’alimentazione vede la sua prima edizione nella nostra città nel 2014, quando ho avvertito la necessità di divulgare il messaggio della lotta agli sprechi. Ero in Azienda e, seguendo il processo di conservazione di prodotti vegetali, mi accorsi che molti ortaggi andavano sprecati durante la linea di produzione. Un altro spreco derivava da un “difetto” che si poteva generare in fase di chiusura del prodotto in banda stagna e la fase di etichettatura. Se un prodotto presentava una minima non conformità agli standard di produzione, esso veniva automaticamente scartato dalla linea di produzione e destinato allo smaltimento.
Ma questo comportava un pericolo per i consumatori?
Sicuramente no. Il prodotto già pastorizzato, poteva essere consumato benissimo ma purtroppo veniva escluso dalla Grande catena di distribuzione. Ad esempio una latta di pomodoro un poco ammaccata o con l’etichetta posta al contrario non viene accettata ne dal consumatore ne dalla GDO, la cosa è più che giusta, ci mancherebbe, ma la fine di quella latta sarebbe stata più idonea farla fare ad un centro di solidarietà anziché alla pattumiera.
E cosa c'entra questo con la giornata mondiale dell’alimentazione?
È pefettamente pertinente perché quei prodotti che non sono “accettati” dalla GDO o da alcuni tipi di consumatori possono essere destinati ai più bisognosi, specialmente se parliamo di prodotti come gli ortaggi o le verdure ricchi in vitamine e Sali minerali, micro nutrienti carenti nei più indigenti ed affamati ed essenziali al buon funzionamento dell’organismo specialmente in bambini ed anziani.
Quest’anno la location per celebrare l’evento della GMA è stato il Dipartimento di Agraria dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria.
Sì, e non poteva esserci location più idonea e pertinente al tema dello spreco alimentare e dello sviluppo rurale sostenibile. I ricercatori ed i docenti di Agraria svolgono un quotidiano lavoro alla ricerca di soluzioni che possano innanzitutto tutelare l’ambiente scegliendo pratiche agricole sostenibili con le sezioni di Agraria e Forestale mentre la sezione di Scienze e Tecnologie Alimentari è impegnata anche sul fronte del recupero degli scarti e dei sottoprodotti alimentari. Ringrazio il direttore Giuseppe Zimbalatti per averci ospitato e concesso l’Aula seminari per svolgere l’evento e per la grande sensibilità dimostrata nei confronti della tematica.
Un'edizione che ha visto alternarsi relatori prestigiosi...
I personaggi di questa edizione sono stati i veri attori del sistema Solidarietà, quindi: la Caritas Diocesana Reggio. Bova con la presenza di Savina Battiato e Mattia Angela Branca dell’Emporio Genezareth, Giuseppe Bognoni di Banco Alimentare, Cristina Palazzolo presidente del Kiwanis Club Reghion 2007, Cristina De Luca Biologa Molecolare Nutrizionista, Giacomo Falcone economista del Dipartimento di Agraria ed io che ho presentato un progetto dal nome “Emmanuel” che vede tutta la filiera alimentare impegnata nella lotta agli sprechi alimentari con il fattivo contributo dei miei colleghi Tecnologi Alimentari.
Quali i temi avete affrontato?
Il tema affrontato è stato quello indetto dalla FAO #FAMEZERO entro il 2030. La FAO dal 1981 assegna ogni anno un tema di verso da affrontare e su cui rifletter. La testimonianza di Caritas e Banco Alimentare sono state veramente toccanti sotto il profilo della solidarietà. E’ stato davvero sconvolgente leggere i dati che hanno illustrato in merito alle famiglie bisognose specialmente nella nostra Città. Moltissime famiglie, ad oggi se ne registrano ben 600, fanno ricorso a sussidi alimentari per arginare le difficoltà economiche in cui versano. Poi la testimonianza del Kiwanis club sempre schierato a tutela dei più bisognosi e specialmente dei bambini. Approfondendo, poi, il tema sotto un aspetto più scientifico ed accademico, Giacomo Falcone, ha evidenziato il fatto che anche lo spreco alimentare ha enormi ripercussioni sull’ambiente. Dagli anni sessanta (Boom economico) ad oggi, ha sottolineato Falcone, siamo stati in grado, anche attraverso politiche ambientali totalmente inefficienti, ad aggravare lo stato di salute del nostro pianeta. Mentre la Biologa Molecolare Cristina De Luca ha commentato i dati preoccupanti che derivano dall’impronta ecologica che l’uomo, attraverso l’utilizzo irrazionale delle risorse, lascia sul pianeta terra. L’impronta ecologica è un indicatore complesso, utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle e, a detta degli scienziati, i pare le stiamo esaurendo tutte.
Cosa consiglia ai nostri lettori in materia di lotta agli a gli sprechi?
Porre attenzione durante la spesa al supermercato, comperate solo il necessario senza farsi abbindolare soprattutto da offerte economiche o super confezioni a bassi prezzi. La scelta di pane, frutta, verdura, latticini, insaccati, carne, dovrebbe essere la più opulenta possibile, sono generi alimentari altamente deperibili e se non consumati in brevissimo tempo rischiano di andare a male ed essere gettati nell’immondizia. Preferite prodotti che seguono una filiera corta, così eviterete di portare nelle vostre cucine alimenti che hanno contribuito in maniera pesante all’emissione di anidride carbonica in atmosfera. Regolatevi bene nelle porzioni da consumare a pranzo e a cena, ciò che resta nel piatto, il più delle volte viene gettato. Conservate il cibo non consumato in toto in frigorifero, potrebbe essere mangiato il giorno dopo o impiegatelo in altre ricette. Pensate che lo spreco alimentare è imputabile per un 42% alle famiglie che gettano via generi alimentari (scaduti, non consumati, addirittura ne anche aperti a volte) e di questo 42% il 60% è evitabile.
Quindi dottor Paolillo, evitare gli sprechi si può?
Evitare si può ed aggiungerei si deve! Lo si deve perché viviamo in un mondo in cui la bilancia della giustizia sociale pende ancora da una sola parte e non è giusto. La sicurezza alimentare, nella sua terminologia, intende anche l’accesso al cibo sicuro per tutti ed in ogni luogo del mondo. E poi non dimentichiamo che aiutare il prossimo in difficoltà è un dovere morale a cui nessuno si può sottrarre. Evitiamo dunque gli sprechi, non solo per rispetto dei più bisognosi, ma anche per tutelare l’ambiente e il nostro meraviglioso pianeta.
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