Avvenire di Calabria

Il direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Cei ha una visione chiara e alza l’attenzione sul “greenwashing” politico

Giornata Creato, don Bignami (Cei): «No a ecologismo di facciata»

La sostenibilità ambientale non si raggiunge a colpi di slogan o azioni-spot. Tra i più giovani, in realtà, la sensibilità è già marcata

di Federico Minniti

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Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana (Cei), è stato in questi giorni in riva allo Stretto come promotore della Giornata nazionale per la custodia del Creato.

L'intervista a don Bruno Bignami a margine della Giornata del Creato a Reggio Calabria

Lo abbiamo intervistato a margine dell'evento per comprenderne ragioni e sviluppi.

Perché la Chiesa italiana ha deciso di ritrovarsi a Reggio Calabria per discutere di custodia del Creato?

Da anni la Chiesa italiana celebra questa Giornata nazionale per la custodia del Creato come momento di riflessione sull’abitare il mondo oggi alla luce delle istanze ecologiche. L’obiettivo è aprirsi ai mondi culturali ed ecclesiali. In questo quadro di riferimento si inserisce la bella disponibilità dell’arcidiocesi di Reggio Calabria: mettersi insieme in cammino è molto utile per rilanciare l’attualità della Laudato si’ nel vissuto ecclesiale e civile del nostro Paese.


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Oggi parlare di ambiente è un tema di strettissima attualità: quale sensibilità deve crescere nel mondo cattolico per affrontare le sfide ecologiche emergenti?

La grande sfida che stiamo vivendo è quella di attuare e meditare davvero la Laudato si’ che, con fare profetico, ci ha proposto il concetto di «ecologia integrale » oggi quanto mai attuale e urgente. Il tema dell’interconnes-sione e dell’interdipendenza è alla base delle crisi recenti che stiamo attraversando. Mi riferisco tanto alla bolla del 2008 quanto alla pandemia fino al conflitto russo-ucraino. Tutto questo è il segnale che le interconnessioni vanno prese sul serio a tal punto da consentirci di comprendere le trasformazioni che ci attendono nei prossimi anni.

Ambiente e futuro. Se si pensa alle interconnessioni, i giovani non possono restare esclusi dalla riflessione che si sta facendo.

E, in realtà, non lo sono. I giovani percepiscono il tema ambientale come un’urgenza quotidiana: c’è proprio uno scarto generazionale nel ragionamento. E i giovani ci chiedono a gran voce, però, che non basta soltanto discutere di questi temi, ma bisogna concretizzarli, renderli realtà vissuta. La verità è che nel nostro Paese dovremmo superare la logica che ogni nuova generazione “soppianta” quella precedente: serve davvero una relazione intergenerazionale per imprimere un vero cambiamento.


PER APPROFONDIRE: Giornata Creato, Savina: «Disequilibri ecologici, ingiustizie sociali»


Infine, a proposito di prospettive, la settimana prossima si vota. Quali priorità ecologiche si auspica abbiamo il nuovo Governo?

La Laudato si’ ha un grande merito: ha sdoganato il dibattito politico sull’ecologia sganciandolo da uno steccato ideologico che lo vedeva confinato ad appannaggio di alcuni movimenti o partiti. Oggi, da destra a sinistra, si parla di ambiente. Basterà? Certo che no: bisogna abbandonare lo stile del greenwashing, cioè vestire di ecologico ciò che di ecologico non ha nulla. La grande sfida è la capacità di ripensare il sistema economico e sociale partendo dai principi dell’ecologia integrale.

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