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Il torneo – unica tappa da Roma in giù – ha visto la partecipazione di
«Don Andrea Gallo, un prete con "un piede sulla strada e uno in chiesa"», è il titolo della conversazione con il professor Saverio Pazzano in programma martedì 21 novembre, alle 16.30, presso il Piccolo Teatro della Fondazione "La Provvidenza" di via Trabocchetto III Tratto a Reggio Calabria.
L'appuntamento rientra nel calendario degli Incontri culturali formativi promossi dalla fondazione. Già nei precedenti eventi sono state approfondite, con illustri storici, le figure dei sacerdoti che hanno inciso profondamente non solo nella storia della Chiesa, ma anche nella società. Come nel caso di Don Milani e della sua sensibilità nel campo dell'istruzione che ha aperto un fronte nuovo, nel secolo scorso, per la scuola pubblica.
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Anche in occasione dell'appuntamento del 21 novembre si approfondirà la figura di una sacerdote "rivoluzionario": Don Andrea Gallo che in un recente articolo di Gianni Gennari, sulle pagine del quotidiano "Avvenire", è stato definito anche «il paladino del "o tutto o niente"».
Del resto celebre è la frase di Gallo: «L'indifferenza è l'ottavo vizio capitale», che farà poi da spunto per la conversazione promossa dalla Fondazione "La Provvidenza". Fu pronunciata dal presbitero in occasione dell'alluvione di Genova, nella quale da sempre aveva lottato per gli emarginati e contro i non pochi pregiudizi della gente. In quella circostanza, rispondendo ad un'intervista disse: «le cose peggiori sono l'indifferenza della gente e lo scaricabarile dei politici.
Don Andrea Gallo, "prete di strada", partigiano, è nato a Campo Ligure il 18 luglio 1928. Fondatore della Comunità San Benedetto al Porto di Genova ha ispirato i cuori e le menti di migliaia di Giovani. Il suo "Vangelo della Strada" è ancora testimonianza viva di cura e attenzione per il prossimo, gli ultimi e gli emarginati.
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Spentosi dieci anni fa, il 22 maggio del 2013, insieme al celebre «l’indifferenza è l’ottavo vizio capitale», vuoto assoluto da combattere per non rimanerne inghiottiti, altri due i «concetti angolari» (cfr. Treccani) che ci ha lasciati: il passo determinante verso l’altro, in primis verso colui che soffre tremendamente, «Io vedo che quando allargo le braccia i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri»; la consapevolezza della necessità di responsabilizzare i giovani ed elevarli a motore dei grandi miglioramenti sociali, «Cari ragazzi, io a 17 anni e un mese con i partigiani ho visto nascere la democrazia, ora che sono vecchio devo vederla morire? La speranza siete voi, restiamo umani!».
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La Regione ha presentato nei giorni scorsi un progetto volto a valorizzare gli itinerari religiosi calabresi.