Avvenire di Calabria

L'intervista dopo l'aggressione e il coma: «Non pensavo di sopravvivere»

Don Giorgio: «Ho perdonato perché si realizzi il Vangelo»

Intervista al parrocco del Divin Soccorso, aggredito da alcuni giovani del quartiere. Lui li ha incontrati: «Ho visto quei giovani cambiati»

Sergio Conti

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Il fisico è ancora sofferente per l’aggressione subita. Lo sguardo è quello di chi ha subito un duro colpo, ma ha una luce speciale dentro. Quando incontro don Giorgio Costantino, parroco della chiesa del Soccorso, ha da poco saputo della sua conferma alla guida di questa comunità. «Io pensavo di terminare, essendo stanco e malato e invece…».

Invece Dio ha fatto altri progetti.

«Non è la prima volta che cambia i miei piani, per esempio durante la guerra di mafia, mentre ero parroco a San Sperato, hanno ammazzato uno dei miei giovani. Credevo che il Signore mi chiedesse di dare la mia vita per fermare questa mattanza».

Non era così?

«Dopo l’infarto che ebbi, mi sono risvegliato dal coma, lui mi voleva ancora in mezzo alla gente. Anche ora che sono invalido, lui si serve di me, come si serviva di Giovanni Paolo II e della sua malattia, per dare un messaggio al mondo».

Che senso ha quella sofferenza, in quella notte, con le botte prese da quei giovani?

«Era per consentirmi di mettere in pratica il Vangelo».

Non capisco.

«Sono andato in carcere e li ho perdonati, anche se mi hanno quasi ucciso. Vuole sapere perché?».

Sì, perché li ha perdonati?

«Mi perseguitava la parola del Signore “Che merito avete se amate quelli che vi amano? Amate i vostri nemici” e io dovevo dare questa testimonianza, dovevo scrivere nella mia vita una pagina di Vangelo, perdonando e amando».

È servito ai suoi aggressori questo gesto?

«Li ho visti cambiati».

Anche i più corrotti e delinquenti possono cambiare se incontrano l’amore di Dio attraverso gli uomini?

«L’amore cambia eccome: quando sono arrivato qui, sono stato preso a pugni e schiaffi da alcune persone. Ho passato una notte tremenda, il giorno dopo…».

Un altro Vangelo?

«Diceva: “Se uno ti percuote la destra, dagli anche la sinistra”. Mi sono messo a piangere leggendo e mi dicevo perché Gesù mi fai questo? Così ho strappato quella pagina portandola alla superiora delle suore».

Come mai?

«Le ho detto di riferire a quei signori che li perdonavo, ma soltanto per seguire questa pagina di Vangelo, non certo per mia volontà».

E loro come l’hanno presa?

«Sono venuti a inginocchiarsi davanti a me e mi hanno chiesto perdono. Ecco, ho sperimentato che il perdono cambia il cuore delle persone, in questa società piena di odio». 

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