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Il 17 luglio Don Jean Bosco sarà ordinato sacerdote nella sua diocesi, in Madagascar, in cui ha iniziato la sua vocazione. Un cammino vocazionale negli anni cresciuto grazia anche alla formazione ricevuta al Seminario arcivescovile "Pio XI" di Reggio Calabria che si prepara insieme a lui a vivere il giorno di festa. Vi proponiamo la sua testimonianza.
Sono Don Jean Bosco Ranorovelomiandrisoa, ho 31 anni, vengo dal Madagascar Diocesi di Morondava. In questi giorni sto vivendo un’intensa preparazione alla mia ordinazione presbiterale che sarà il 17 luglio 2022 a Morondava (Madagascar).
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Nel settembre 2008 ho iniziato il mio percorso vocazionale in Seminario minore. Ho iniziato con un anno di propedeutico nel 2014-2015; negli anni 2015 - 2018 ho approfondito lo studio della filosofia. Alla fine di questi tre anni, il mio vescovo mi ha chiesto di studiare la teologia e di continuare la mia formazione a Reggio Calabria. Sono venuto a Reggio Calabria nel settembre 2018. Pochi giorni fa ho finito la mia formazione e gli studi della teologia. 14 anni intensi di studio e preghiera per far maturare e discernere sempre più la vocazione. Durante questi anni sono consapevole della forza e della grandezza dell’amore di Dio nella mia vita. Non è facile partire dalla mia terra lontano dalla mia famiglia.
Ma nulla è impossibile a Dio quando Lui ci chiama. La prima chiamata è quella di essere sempre unito a Gesù. Poi quella di servirlo. La mia vocazione nasce dal desiderio di fare la comunione ogni giorno. Poi, questa vocazione è maturata nel percorso personale e durante la mia formazione in seminario; è lì che Dio ha mostrato il suo amore, più di quanto ho pensato. Per questo, ringrazio il Signore per il dono che ha fatto nella mia vita per servire e amare prima di tutto Dio, poi tutta l’umanità come Dio ci ha amato. Mi rendo conto della mia piccolezza dinanzi a questo dono gratuito di Dio, del suo amore.
«Chi ci separerà dall’amore di Cristo?» Rm 8,35. Ho scelto questo versetto, perché sono consapevole che l’amore di Cristo non dipende dalla nostra debolezza, dal nostro limite ma va oltre. Noi siamo chiamati ad accogliere e riconoscere questo amore di Dio, un amore gratuito. Questo amore mi spinge ad andare verso gli altri. Il desiderio più grande è quello di portare gli altri verso la fonte del vero amore, della vera gioia. Voglio vivere il mio sacerdozio nella semplicità, nell’umiltà amando gli altri come il maestro. Dunque, questo amore è il frutto di un incontro con Gesù che mi ha amato gratuitamente, che mi ha chiamato per servire ma non per essere servito. Cioè «un uomo capace di morire per la Chiesa, capace di vivere per la Chiesa, un uomo capace di diventare ministro di Cristo, profeta di Dio e un uomo che parli con la sua vita» (cfr. Don Primo Mazzolari).
Allora posso dire che questo dono del sacerdozio è il progetto che Dio ha riservato per me, di annunziare il suo amore fino a dare la mia propria vita come Gesù ha fatto per noi. Non sono bravo ma la grazia di Dio che mi ha colmato di gioia mi rendere forte e felice di accogliere questo dono per donare agli altri.
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Infine, ringrazio tutti che hanno partecipato alla mia formazione in seminario diretta o indiretta. Ringrazio particolarmente il mio vescovo che mai si è stancato di darmi fiducia e mai mi ha fatto sentire solo. Grazie all’Arcidiocesi di Reggio Calabria che mi ha accolto con gioia tramite il seminario, le parrocchie in cui ho svolto il servizio pastorale. Ringrazio di vero cuore tutti i formatori che mi ha accompagnato in questi anni: ai Rettori Don Sasà Santoro e Don Nino Pangallo, i vicerettori Don Francesco Marrapodi e Don Emanuel Mbamba ed il padre spirituale Don Angelo Battaglia. Grazie per il servizio bello ma allo stesso tempo non facile.
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