Avvenire di Calabria

Oggi, festa di sant'Antonio, ricordiamo anche la figura di colui che è ritenuto lo stratega della carità

Don Luigi Orione, esempio cristiano di umanità e amore

Redazione Web

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Nel giorno in cui si festeggia sant’Antonio, non si può non ricordare la figura di san Luigi Orione, chiara espressione della carità cristiana. Un esempio del secolo scorso di meraviglia e genio per la sua fede apertamente vissuta insieme ai più fragili. Fu un uomo tenero e sensibile, coraggioso tenace e dinamico; considerato per molti un eroe. Si dice di lui che ebbe la tempra ed il cuore dell’apostolo Paolo. Ha trascorso la sua esistenza ad aiutare i bisognosi, i poveri e gli orfani, combattendo contro l’egoismo ed i sentimenti di odio. Don Orione è ritenuto lo stratega della carità, «fu senza confini perché dilatato dalla carità di Cristo». Di umili origini, divenne sacerdote nel 1895, e negli anni successivi iniziò a raccogliere intorno a sè sacerdoti e chierici che poi andranno a costituire la Piccola opera della Divina Provvidenza. Si recò a Reggio Calabria e a Messina dopo la devastazione del terremoto del 1908; il suo aiuto in quell’occasione e la dedizione mostrata poi verso il popolo reggino in particolare, sono ancora vivi nel ricordo di tutti. Non per niente, contribuì a far rinascere il santuario di sant’Antonio. Proprio per questo e per l’esempio di vita, i reggini gli sono particolarmente devoti. Si è spento nel 1940, ma ha lasciato ai posteri una forte testimonianza d’amore e un insegnamento di profonda fede cristiana; diceva a tutti che solo la carità può salvare il mondo e che «la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini». La sua canonizzazione si deve alla miracolosa e completa guarigione di Pierino Penacca da un tumore maligno risalente al 1991. I familiari si rivolsero all’intercessione di don Orione e nel giro di una settimana, il congiunto guarì completamente. 

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