Avvenire di Calabria

Don Pizzoli: «Aprire comunità al respiro universale della Chiesa»

È iniziato il Mese missionario straordinario voluto da papa Francesco. «Rilanciare la missio ad gentes, soprattutto in Italia e in Europa» uno degli obiettivi dell'ottobre missionario, spiega il direttore della Fondazione Missio.

Gigliola Alfaro

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Riscoprire la dignità dei laici e il loro effettivo coinvolgimento nella missione della Chiesa e rilanciare la missio ad gentes, soprattutto in Italia e in Europa, dove si registra un maggior calo di vocazioni missionarie e una maggior fatica della Chiesa in un contesto sempre più secolarizzato. È iniziato il Mese missionario straordinario voluto da Papa Francesco. Per prepararsi all’appuntamento di questo speciale Ottobre missionario la Fondazione Missio e l’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese hanno dedicato le tradizionali Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria, giunte quest’anno alla 17ª edizione, al tema “Battezzati e inviati. Il fuoco dello Spirito e la Parola che salva”, che richiama proprio lo slogan del Mese missionario straordinario e quello della Giornata missionaria mondiale 2019. L’appuntamento si è svolto ad Assisi dal 29 agosto al 1° settembre. Con don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio, parliamo della missione oggi.

Don Giuseppe, come rilanciare la missio ad gentes?

Uno degli obiettivi dell’Ottobre missionario è proprio rilanciare la missio ad gentes e credo che sia una questione che tocchi soprattutto noi dell’Italia e dell’Europa, che per molto tempo siamo stati il centro di partenza della missione. Adesso la missione ha cambiato la sua geografia perché ci sono missionari che partono da tutti i continenti: la missio ad gentes non è in crisi in riferimento alla Chiesa globale, ma siamo un po’ in crisi come Chiesa italiana e come Chiesa europea, sia per la scarsità di vocazioni sia per la fatica che la Chiesa sta vivendo in questo vecchio mondo, in questo vecchio continente.

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