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Un segno di riconoscenza e solidarietà nato dall’esperienza della malattia e trasformato in un dono concreto. Nel mese della sensibilizzazione della lotta al cancro e della Giornata mondiale del Malato (che si celebra martedì 11 febbraio), Patrizia Sitibondo, dottoressa in Infermieristica e operatrice presso l’URP del GOM di Reggio Calabria, ha donato otto carrozzine dipinte a mano dall’artista reggina Angela Panetta ai reparti che l’hanno seguita nel suo percorso di cura. La donazione è avvenuta questa mattina e rappresenta per lei un messaggio di speranza e vicinanza ai pazienti oncologici.
Patrizia Sitibondo racconta come la malattia abbia cambiato il suo modo di vivere e il rapporto con il suo lavoro, spingendola a una maggiore comprensione delle fragilità dei pazienti: «Ho sempre amato il mio lavoro e creduto nella professione che ho scelto di esercitare, ma la malattia mi ha dato una spinta in più, facendomi comprendere meglio le tante fragilità dei pazienti oncologici», afferma.
Un’esperienza difficile, che però ha rafforzato il suo senso di appartenenza all’ospedale e la gratitudine verso chi l’ha accompagnata nel suo cammino: «Mi sento assolutamente nata due volte e ringrazio l’aiuto ricevuto durante la mia malattia. Il GOM è stato sempre un punto fermo per me, prima della malattia e ora. Ringrazio i primari delle varie unità operative che mi hanno aiutato e ai quali ho deciso di donare queste carrozzine dipinte a mano dall'artista Angela Panetta».
La dottoressa Sitibondo, nel ripercorrere il suo vissuto con la malattia, esprime riconoscenza verso i colleghi e i medici che l’hanno supportata nei momenti più difficili: «Ringrazio i miei colleghi che mi sono stati vicini, così come i vari medici e reparti del GOM: Oncologia, Radioterapia, Medicina Nucleare, Ematologia, Breast Unit in collaborazione con la Radiologia. Ci sarebbero tanti nomi da ringraziare, ma davvero non saprei da dove iniziare. Tutti i medici del GOM mi hanno sempre aperto le porte, mi hanno aiutata, facendomi sentire al sicuro durante i miei controlli e nelle mie paure».
Attraverso la sua donazione, Patrizia vuole condividere un forte messaggio e sensibilizzare le coscienze: «Viviamo in un mondo che a volte mi sembra inspiegabilmente arido, mentre accanto a noi ci sono l’amica, la collega, la sorella, la paziente, e la professionalità che ci chiama. Siamo assolutamente chiamati a rispondere, perché, per come l’ho vissuto io, è giusto così».
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Un messaggio di speranza che nasce anche dalla forza del suo lavoro e dalla consapevolezza acquisita nel percorso di cura. «Il mio lavoro mi ha aiutato tanto, è stata la mia ricchezza durante il mio percorso. Ho imparato che per essere paziente bisogna essere pazienti. Ho imparato che nulla è scontato in Medicina. Ho imparato che non è detto che sia la fine, ma l'inizio di una vita nuova».
Un gesto che, oltre alla donazione materiale, vuole essere un segno tangibile di sostegno e incoraggiamento per chi combatte ogni giorno la battaglia della malattia.
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