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Reggio Calabria, è emergenza idrica: le istituzioni annunciano battaglia contro gli sprechi
Reggio Calabria sta affrontando una grave crisi idrica con il livello della diga del Menta
All’interno del terreno confiscato alla cosca Libri in contrada Riparo Vecchio di Cannavò vi era un pozzo in muratura che – presumibilmente – serviva idricamente il fondo. Nel 2010 – durante un periodo di vera e propri siccità per i rubinetti del centro cittadino – l’Amministrazione Comunale decise di attingere alle falde acquifere dell’area costruendo non uno, ma ben due pozzi a immersione. Il primo andando a soppiantare quello esistente, il secondo pochi metri più a nord.
Un impianto che – a conti fatti – poteva arginare le ondate di carenza idrica che stabilmente attanagliano la città di Reggio Calabria. Peccato che – come dimostra il contatore – quei pozzi sono rimasti pressocché inutilizzati con uno che addirittura adesso è pure otturato. Insomma ancora uno spreco lungo la via dell’acqua. I pozzi, tra l’altro, versano in uno stato di totale abbandono con la sola supervisione dell’associazione Ambiente e/è Vita.
Quei terreni sono gli unici (con un un contratto regolare), infatti, irrigati dai servizi di fornitura idrica degli impianti di Cannavò. Come dire: altrove, anche in centro cittadino, diverse abitazioni rimangono per mesi senza acqua, mentre a pochissimi chilometri dai quartieri più popolosi, ben due impianti costruiti con fondi pubblici giacciono nell’oblio più totale.
Si è persa la memoria di quei pozzi? Perché non sono stati utilizzati? Allora secondo quale criterio ne è stata autorizzata la relativa spesa per la costruzione? Domande che annegano rispetto alla burocrazia comunale.
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