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Il primo aprile finisce, per decreto, lo stato d’emergenza sanitaria. Via i “colori”, cesseranno di esistere anche molte delle attuali restrizioni. Cosa cambia sotto l’aspetto sanitario? Ne abbiamo parlato con il dottor Sandro Giuffrida, direttore del Dipartimento Prevenzione e Salute dell’Asp di Reggio Calabria.
«I prossimi mesi saranno cruciali. Per questo è necessario mantenere in piedi l’attuale struttura, composta dal personale medico e paramedico, reclutato negli ultimi due anni per affrontare l’emergenza sanitaria». Il dottor Sandro Giuffrida, direttore del Dipartimento Prevenzione e salute dell’Asp di Reggio Calabria non ha dubbi rispetto alle conseguenze a cui si andrebbe incontro se, nei prossimi mesi, questa preziosa risorsa fatta di capitale umano e professionale, si dovesse disperdere, nonostante le rassicurazioni del Governatore Occhiuto circa la proroga dei contratti a giugno.
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«Come ben sappiamo - afferma Giuffrida - il Covid non è finito, nonostante l’ultima variante, la Omicron 2, pur diffondendosi in modo più veloce, abbia un impatto sulla salute meno aggressivo». È necessario continuare a mantenere alta l’attenzione.
«I numeri restano, infatti, elevati a tal punto che tra i soggetti a rischio, immunodepressi, ma anche in soggetti vaccinati da parecchio tempo, ci sono casi con sintomatologia importante». I reparti ospedalieri, conferma ancora il dirigente medico dell’Asp reggina, «sebbene non in una situazione di emergenza, sono abbastanza pieni di pazienti ricoverati per Covid».
È necessario quindi proseguire nel monitoraggio, nonostante l’allentamento delle misure restrittive la cui conseguenza «è l’ulteriore incremento di positivi». Per Giuffrida bisognerà convivere col Covid anche nei prossimi mesi.
«La variante Omicron 2 - aggiunge - continua a circolare liberamente anche nei Paesi del Terzo mondo, dove gran parte della gente non è vaccinata. Proprio lì ci sono le condizioni perché possano svilupparsi nuove varianti, sicuramente poco aggressive, ma pervasive». Una situazione che ci porteremo almeno fino all’estate, per cui «va bene il ritorno alla normalità, ma non bisogna allentare la presa sotto il profilo sanitario». Insomma, finita l'emergenza per decreto, con il Covid bisognerà convivere ancora.
Insieme alle buone abitudini («lavarsi le mani o l’uso della mascherina al chiuso»), il vaccino resta la principale arma di prevenzione. «I dati lo confermano: da quando è iniziata la campagna vaccinale, le morti sono diminuite. I sieri anti-covid, pur non evitando del tutto il contagio, proteggono dalle forme gravi della malattia». Un aspetto di cui sono consapevoli, ormai, anche i cittadini.
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«Oggi quasi il 90% della popolazione, anche in Calabria, ha completato il ciclo vaccinale, non perché obbligata a farlo, ma perché - conclude Giuffrida - sa di doversi proteggere, come lo si fa per l’influenza, per il morbillo o la varicella».
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