Avvenire di Calabria

Dopo il Sinodo di tre anni fa, il Papa ribadisce il Magistero su temi come utero in affitto, omosessualità e nozze gay

Francesco: «Accoglienza per tutti, ma la famiglia è una»

Redazione Web

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È già entrata nella storia l’esortazione postsinodale Amoris Laetitia, emanata da Papa Francesco all’indomani del Sinodo sulla famiglia del 2016. All’interno, il pontefice conferma la dottrina della Chiesa in su molti temi di attualità, dall’utero in affitto alle nozze gay. Nessuna flessione sulla dottrina, ma uno sguardo di misericordia per ciascuno: ecco la linea dettata dal documento. «La storia – scrive il Papa – ricalca le orme degli eccessi delle culture patriarcali, dove la donna era considerata di seconda classe, ma ricordiamo anche la pratica dell’“utero in affitto” o la strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica. C’è chi ritiene che molti problemi attuali si sono verificati a partire dall’emancipazione della donna. Ma questo argomento non è valido, “è una falsità, non è vero. È una forma di maschilismo ». «Un’altra sfida – prosegue il documento – emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata “gender”, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità per-È sonale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina.

L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. È inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini». Una forma di superbia, secondo il pontefice: «Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata». Un’idea che è legata strettamente alla tutela della vita fin dal concepimento: «In questo contesto – scrive Francesco – non posso non affermare che, se la famiglia è il santuario della vita, il luogo dove la vita è generata e curata, costituisce una lacerante contraddizione il fatto che diventi il luogo dove la vita viene negata e distrutta. È così grande il valore di una vita umana, ed è così inalienabile il diritto alla vita del bambino innocente che cresce nel seno di sua madre, che in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita, che è un fine in sé stessa e che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano».

Eppure, nei confronti di tutti vi deve essere sempre un atteggiamento di apertura e perdono, senza sconti sui comportamenti che restano da stigmatizzare: «Ogni persona – si legge ancora nella Amoris Laetitia – indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza ». Questo però non significa un’apertura a unioni che non possono essere ritenute famiglie: «Circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».

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