Avvenire di Calabria

L'omelia dell'arcivescovo di Cosenza-Bisignano letta durante i funerali in forma privata della presidente della Regione Calabria, Santelli

Funerali Santelli, Nolè: «Jole, donna con un cuore immenso»

Redazione Web

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di Francescantonio Nolè * - Quello che viviamo oggi è un momento di dolore e di sconforto per la perdita prematura ed inaspettata di una persona cara e giovane, quale era Jole Santelli, presidente della Regione Calabria. Partecipando a questa celebrazione esequiale, a noi credenti, non rimangono che due atteggiamenti capaci di donarci conforto ed infondere speranza: l’ascolto della Parola di Dio, viva ed efficace, e il ringraziamento per il bene compiuto in vita da questa persona amata, che diventa il suo testamento morale e spirituale.

So che Jole e la sua famiglia hanno profonde radici cristiane e avvertono uno spiccato senso di appartenenza alla comunità civile ed ecclesiale di origine; mi permetto perciò di indicare, proprio in questo momento di dolore inconsolabile, nella Parola di Dio, quel disegno di salvezza e quella certezza della speranza nella risurrezione, che vanno oltre gli umani orizzonti, per proiettarsi nell’eternità beata del Paradiso!

La prima lettura, presa dal libro dell’Apocalisse, ci indica «cieli nuovi e terra nuova» che Cristo Gesù è venuto ad annunciare ed a realizzare con la sua incarnazione, morte e risurrezione. È un programma, una promessa, della cui verità, già su questa terra, attraverso il cammino della fede, possiamo respirarne il profumo.

In questi cieli e terra nuova non vi saranno più morte, lutto, lamenti, affanni, perché superati dalla gioia di sentirsi  «risorti con Cristo», e perché  Egli stesso asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi! Ecco, cari fratelli e sorelle, la condizione beata in cui si trova la carissima Jole e dove speriamo un giorno di trovarci tutti, al cospetto misericordioso del Padre, dove la speranza e la fede finiranno, perché si riverseranno nell’oceano dell’amore di Dio!

Gesù, nel Vangelo, ci aiuta a realizzare questa possibilità; ci ha invitati ad essere sempre pronti e vigilanti, sottolineando due atteggiamenti da assumere nell’eventuale fatica di un’attesa prolungata: le cinture ai fianchi, segno di un lavoro continuo e responsabile, e della  fedeltà ai talenti che Egli ci ha donato; la lucerna accesa della fede che illumina l’agire e guida l’entusiasmo e l’audacia di desideri e progetti che sono finalizzati al servizio della carità , senza paura e senza ostentazione.

Gesù ci avverte che “il giorno del Signore” potrà giungere all’improvviso, anche nel mezzo della notte (come è avvenuto per la nostra cara Jole, al lavoro fino alla sera prima della sua scomparsa), e sarà gioia grande se questo evento ci troverà preparati, al lavoro,  “in servizio”, pronti a rendere conto della nostra vita e ad accogliere la sua presenza di luce.

Se così accadrà, ci assicura Gesù, si invertiranno i ruoli: Egli stesso, il “Padrone” della nostra vita, «passerà a servirci», e noi saremo per sempre a mensa con Lui, e serviti da Lui; ecco il significato profondo dell’Eucaristia che stiamo celebrando, dove Gesù ci offre la sua stessa vita, dono del suo servizio d’amore, come cibo spirituale per sostenerci nel cammino della fede!

Il secondo atteggiamento che sottolineavo all’inizio,  e che è certamente “eucaristico”, è il  ringraziamento al Signore per il bene che ha compiuto a vantaggio di tutti noi, della sua famiglia, delle nostre realtà locali e nazionali, e a lei, per la dedizione con cui ha assolto le sue responsabilità. In questo giorno di lutto e di silenzio, guardando alla sua brillante personalità, vogliamo comunque chiederci:  Cosa ci lascia  Jole come testamento e testimonianza di cui farne tesoro?

Anzitutto la dignità, la delicatezza e la riservatezza nel gestire la sua vita personale e pubblica, non cedendo alle provocazioni a cui il mondo attuale, soprattutto quello dei social, ci sottopone. Il coraggio con cui ha affrontato la  malattia, non facendola mai di fatto pesare sul suo lavoro e sull’impegno politico ed amministrativo.

«La malattia ti dà tanti dolori, ma ti fa un grande regalo: ti fa conoscere la libertà, ti aiuta a non aver paura di niente, a non rispettare più le convenienze»: è una delle sue affermazioni più profonde, come è stato ricordato dalle pagine social in questi ultimi giorni. Jole è stata stata una donna intelligente, preparata e determinata, capace di comprendere e svolgere il suo ruolo e di viverlo al meglio per il bene comune.

È stata una donna che ha vissuto la sua fede senza ostentarla, e neppure nasconderla, come ha saputo dimostrare in quell’apprezzato intervento a conclusione della Celebrazione Eucaristica del 4 maggio scorso, nella Festa di San Francesco al Santuario di Paola, in cui ha dato voce, nel pieno della pandemia, alla devozione e alla fiducia di tutti calabresi per il loro santo Patrono. È stata una donna che ha amato la sua terra, la sua città e la sua comunità ecclesiale di appartenenza.

È stata una testimone del dialogo e della pace, perché ha amato tutti con il suo cuore di donna, capace di accogliere e di comprendere, di farsi prossima ai bisogni della sua gente e di abbracciare e sostenere chi si trovava in difficoltà. È stata una donna “concreta” come lei stessa ha affermato parlando del “genio femminile”; così è concreto oggi anche il nostro dolore e la nostra tristezza per la sua incolmabile perdita.

Con la sua elezione si era accesa una fiammella di speranza, tinta di “rosa”, nel cielo nuvoloso della nostra Calabria; una luce che fin da subito ha voluto colmare le attese di un popolo in cerca di verità, bisognoso di giustizia e desideroso di esprimere in pienezza le sue capacità civili, culturali e morali. Ma non disperiamo! Il Signore ci ama, ci custodisce, guarda a questa terra benedetta ed ai suoi rappresentati. Conosce la nostra vita e la nostra storia, le nostre fatiche e i nostri dolori.

Come ci ricorda il libro dei salmi: «Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto sul tuo libro; i miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno». Il Signore ha ispirato e guidato Jole nella sua vita e nei suoi progetti:  perciò da Lui oggi riceviamo la certezza che ogni nostra lacrima è preziosa perché custodita nell'otre di Dio, in cui Egli raccoglie le sofferenze disseminate nel mondo intero per dare vita e speranza anche agli ultimi della terra!

Allora, carissimi fratelli, la cara Jole chi è stata per noi? Certamente una di noi, con i difetti e le debolezze che ognuno porta con sé. Lei infatti ripeteva spesso: «non siamo immuni da errori, ma è importante che qualsiasi scelta sia fatta in buona fede e pensando sempre di fare del bene alla Calabria e ai calabresi». Ma era anche una tenace credente, pellegrina della verità e della giustizia sociale, testimone della dignità della persona, promotrice della pacifica e fraterna convivenza civile. Questo ci basta per conservare di lei un ricordo grato e riconoscente e proporla come punto di riferimento alle nuove generazioni. «Siate audaci ed intelligenti!”, aveva scritto nella lettera aperta ai giovani».

Cara Jole, prega per noi, per i tuoi familiari e amici, per la tua terra, ora che sei davanti alla Verità e alla misericordia di Dio, sorretta dalla materna benevolenza di Maria e dalla protezione di San Francesco di Paola, dei quali eri profondamente devota; saranno essi a consegnarti all’amore bello e gioioso del Padre, che tutto rinnova e tutto vivifica.

* Arcivescovo di Cosenza-Bisignano

** Screeshot dalla diretta streaming a cura di Ten TV

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