
Web e infanzia, la Calabria apre la strada alla protezione digitale dei minori
Con una recente delibera, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha introdotto un sistema rigoroso
Il periodo che stiamo vivendo ci consegna un universo giovanile alle prese con le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria che, nell’isolamento e nella ulteriore virtualizzazione delle relazioni si è trasformato in un’emergenza sociale e esistenziale che ha slatentizzato un malessere più profondo. Un’intera generazione tradita da adulti che hanno abdicato al loro ruolo educativo in favore di modelli televisivi e musicali (si pensi al genere trap) che ripropongono lo storytelling delle periferie degradate in cui per sopravvivere si vive per strada tra criminalità e disagio, povertà e droga.
Chiusi nel perimetro angusto delle proprie frustrazioni, traditi dalla mancanza di adulti di riferimento, ingannati dal mondo distopico dei social, si sono trovati improvvisamente senza interlocutori riconoscibili e affidabili. Con un moderno tam tam si danno appuntamento per azzuffarsi, spesso, anche senza conoscersi, e dare sfogo a quella rabbia che covano dentro e che non sono preparati a gestire. Quella globalizzazione dell’indifferenza di cui parla Papa Francesco e il ricorso ad una comunicazione violenta anche da parte di adulti con responsabilità civili, ha trasportato i ragazzi in uno scenario da Arancia Meccanica, in cui Kubrick, partendo dall’alienazione dell’individuo nel sistema produttivo, mostrava il passaggio da una logica inclusiva ad una logica esclusiva in cui si scatena la violenza del branco.
Dalla consapevolezza che il conflitto è componente costitutiva della faseadolescenziale, nasce il Progetto di mediazione penale minorile e avviamento professionale “Rimediamo oltre il conflitto” rivolto a minori inseriti nel circuito penale o istituzionalizzati a vario titolo promossodall’organismo di mediazione Ismed, il DiGiES dell’Università Mediterranea, il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni e la Camera Minorile.
La finalità del percorso è quella di approfondire il tema delle conflittualità nell’ambito dei reati commessi da minori e nell’ambito dei contesti di marginalità sociale, avviando la conoscenza di alcuni strumenti per superare il conflitto con sé stessi, innanzitutto, e con la società e poter progettare un graduale reinserimento sociale rafforzando i legami con i contesti positivi attraverso un percorso professionalizzante per la lavorazione dei semipreziosi e la certificazione delle gemme, coordinato dal maestro Gerardo Sacco e dalla gemmologa Tiziana Salazzaro.
Nell’affrontare i temi della gestione del conflitto i ragazzi hanno dovuto fare i conti con le chiusure, le fragilità e con tutti quei sentimenti che, se inespressi, si traducono in contrapposizione. Il conflitto è un elemento costitutivo dei rapporti fra le persone la differenza di opinioni, di interessi, le diverse sensibilità lo rendono inevitabile paradossalmente anche litigare può essere un momento produttivo perché consente di esprimere ciò che non si riesce a comunicare diversamente – e allo stesso tempo hanno imparato che il conflitto deve essere gestito mediante delle regole e delle tecniche. L’entusiasmo e la passione che i ragazzi hanno manifestato durante il percorso sono la dimostrazione che quando le istituzioni e le realtà del territorio riescono a fare rete sposando con concretezza delle esigenze della comunità, tutti possono emanciparsi dalle situazioni di marginalità.
* Ismed
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