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In Italia ci sono circa 5 milioni di persone disabili. Quelle impegnate a tempo pieno in un’azienda sono meno di un milione (18%). Tra costoro una buona percentuale, almeno a Milano e dintorni, deve il suo felice sbocco lavorativo all’impegno di una donna di grande cuore e di eccelse strategie manageriali.
Giancarla Bonetta, ex direttore commerciale di Hermes Italia, è da un decennio responsabile del Gruppo di volontariato professionale di Manageritalia Lombardia. Una squadra di professionisti, tra cui non pochi ex direttori generali e amministratori delegati, che ha scelto di dedicare gli anni della pensione alle realtà del Terzo settore. Dieci anni fa questo gruppo di benemeriti arrivava a stento alle venti persone. Poi, la signora dell’alta gamma ha deciso di mettere da parte i lustrini degli articoli del lusso per dedicarsi ai bisogni degli ultimi.
Un abbraccio a chi soffre ma sempre con un profilo manageriale d’eccellenza. Anche per fare bene il bene occorrono competenze e conoscenze non improvvisate. Oggi gli ex professionisti di Manageritalia che si spendono nel volontariato sono 260. Tra le attività di eccellenza c’è l’impegno per preparare le aziende a rendere utile e vantaggiosa la presenza dei disabili in fabbrica e in ufficio. Giancarla Bonetta lo racconterà domani al 2° Convegno internazionale Erickson sulla disabilità – 'Sono adulto. Disabilità, diritto alla scelta e progetti di vita' – che raccoglierà a Rimini i contributi di decine di esperti e le storie di alcune tra le associazioni più significative.
«Abbiamo cominciato il nostro lavoro con la disabilità – racconta Bonetta – occupandoci dell’attività del Cirah, il Centro nazionale ricerche autosufficienza per persone con disabilità e dell’Associazione nazionale sub vedenti». Oggi si tratta di aiutare le persone disabili a inserirsi nel mondo del lavoro ed essere considerate un valore e non un peso. Rispetto ad alcuni anni fa l’ottica è cambiata. «Oggi la sfida – riprende l’esperta – sta nel trovare il giusto equilibrio tra le esigenze dell’azienda, che deve necessariamente perseguire obiettivi organi- ci di profitto, e il lavoro dei disabili. Ovviamente l’azienda cerca di assicurarsi chi possa inserirsi in modo utile e il meno difficoltoso possibile». Fondamentale quindi la formazione delle persone disabili, ma anche la 'conversione' del management aziendale. «Un’inchiesta di qualche anno ha spiegato che per l’88% delle aziende al cui interno operano disabili formati – osserva ancora Bonetta – è convinto che queste persone siano un aiuto concreto che ha migliorato l’organizzazione interna, ma anche un contributo per rivedere i propri obiettivi». Ecco perché Manageritalia cerca di incentivare il management aziendale a favorire questo sviluppo culturale, nella convinzione che aprirsi all’accoglienza sia un fatto arricchente per tutte le parti in causa.
Disabili e aziende, certo, ma anche associazioni che si occupano di disabilità e il cui ruolo, osserva ancora Giancarla Bonetta, è insostituibile: «Il disabile, quando trova la sua strada e sente di essere apprezzato, è molto più determinato di una persona normodotata. Quindi è più disponibile ad impegnarsi e può diventare un valore aziendale. Importantissimo come detto, contare sull’aiuto delle associazioni che si occupano di disabilità. E avvicinarsi con umiltà, cercando di rendere gradevole il nostro supporto».
All’interno di Manageritalia ci sono professionisti che operano in settori diversi (giovani, innovazione, eccetera). Il gruppo che dedica le proprie competenze alle associazioni della solidarietà ha una fisionomia ben definita. «Le realtà del Terzo settore – prosegue Bonetta – si sono ormai convinte di aver bisogno di una managerialità specifica e ci coinvolgono sempre più spesso. I manager sono per la maggior parte pensionati, ma sono sempre di più quelli che occupano ancora incarichi importanti. In questi anni ci siamo occupati di oltre 200 progetti. Ci chiamano associazioni che hanno bisogno di compilare il bilancio sociale, di individuare i bandi più adatti ai loro scopi, di provvedere alla formazione dei volontari, oppure di scegliere la strategia più adeguata per utilizzare in modo quanto più oculato possibile i fondi a disposizione».
Tante le sigle note che hanno fatto ricorso in questi ai professionisti di Manageritalia Lombardia, come il Fondo famiglia della diocesi, il Banco alimentare, il Comitato lombardo della Croce Rossa, Mission Bambini (dieci anni di collaborazione). «Hanno calcolato che il nostro contributo professionale al terzo settore vale circa due milioni l’anno. Ma noi – conclude Giancarla Bonetta – offriamo naturalmente tutto in modo gratuito». Chi ha detto che la qualità del bene debba sempre tradursi in un riconoscimento economico? Diffondere e consolidare valori – dicono i professionisti del volontariato – è un dono che non ha prezzo.
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