Avvenire di Calabria

Un altro triste primato per la nostra regione che si trova al nono posto nazionale

Gioco d’azzardo, Calabria ai primi posti

Quasi 1500 euro procapite giocati in un anno

di Redazione Web

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Duemilacentotrentaquattro euro: è la cifra pro-capite in puntate d’azzardo registrata in Calabria nel 2021. Di molto sopra le stime a livello nazionale che si attestano su milleottocentoventisette euro per un totale di 111,7 miliardi di euro l’anno.

Gioco d'azzardo, Calabria nona in Italia

La regione risulta essere anche la nona in Italia per giocate online (con 1528,8 euro pro-capite di giocate) e la decima per gioco fisico (con 605,7 euro pro-capite di giocate). Risultano poi attivi 720.293 conti online per il gioco e 204.888 aperti. Tuttavia, stando alla Relazione del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), le stime per il 2022 potrebbero toccare un nuovo record. Si parla di circa 140 miliardi di euro in giocate.

Gioco d'azzardo, legale o illegale è un settore ad alta infiltrazione criminale

Secondo l’Adm l’aumento è dovuto all’azione di repressione del gioco illegale, ma le inchieste giudiziarie dimostrano invece come l’attuale organizzazione del comparto azzardo favorisca le mafie e come esse continuino a gestire parti del settore legale e illegale. Sono alcuni dei dati emersi durante la presentazione dell’edizione aggiornata de «La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma», edito da Altreconomia. Il volume, discusso giovedì 8 giugno alla Camera dei Deputati, è curato da Claudio Forleo e Giulia Migneco per Avviso Pubblico, la rete di enti locali antimafia in collaborazione con Fondazione Adventum.


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Gioco d'azzardo, verso una proposta di legge

La presentazione del libro è stata soprattutto l’occasione per discutere nel merito del disegno di legge delega al Governo per la riforma fiscale in discussione in Parlamento. Al tavolo dei relatori, oltre agli autori, anche la Vicepresidente della Camera Anna Ascani, il Vicepresidente della Commissione Antimafia Federico Cafiero de Raho, già procuratore nazionale antimafia, Andrea Bosi, Vicepresidente di Avviso Pubblico e il deputato dem Gian Antonio Girelli. Quello italiano è un azzardo troppo grande per un paese che ha imparato presto a spendere fiumi di denaro senza nemmeno uscire di casa, o dalla scrivania del proprio ufficio. Un fenomeno che a dispetto di una pandemia messa quasi alle spalle, sconta il cosiddetto «effetto covid». I lockdown hanno generato una strana entropia, spostando l’equilibrio dell’azzardo verso le giocate telematiche. La raccolta fisica è crollata sotto il 40 per cento, quella telematica ha superato il 60 per cento.

Gioco d'azzardo, una malattia che colpisce i giovani

Ma l’azzardo, in Italia, coinvolge sempre più giovanissimi. Si conta che dei 12 milioni di conti gioco aperti nel 2021, 1 milione e 300 mila sono riconducibili a giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Un mercato gigantesco e difficile da controllare, nel quale operano anche le mafie che riciclano ingenti quantità di capitali accumulati illegalmente. Tanto che le maggiori agenzie investigative inseriscono l’azzardo tra i principali settori di interesse della criminalità organizzata, insieme al traffico di droga. «Il gioco d’azzardo non può e non deve essere considerato un gioco. È piuttosto una dipendenza patologica, nelle mani della criminalità organizzata, che condiziona la vita di interi nuclei familiari e del tessuto economico e sociale di tutto il territorio regionale – spiega Giuseppe Politanò, Vicesindaco di Polistena e Coordinatore regionale di Avviso Pubblico in Calabria –. I dati e i numeri calabresi sono allarmanti e preoccupanti poiché si inseriscono in un contesto già segnato dai dati ISTAT secondo cui la Calabria è la regione con la più alta incidenza di povertà relativa con particolare riferimento agli under 35, i disoccupati e gli stranieri con circa 300 mila famiglie in povertà relativa».

Gioco d'azzardo, fenomeno complesso e sommerso

«L’azzardo è una dipendenza ancora sommersa che va necessariamente approfondita e analizzata promuovendo momenti di relazione e condivisione per favorire processi di consapevolezza del pericolo che esso produce – conclude il vicesindaco Politanò –. C’è bisogno di una rete sociale e istituzionale forte capace di coinvolgere particolarmente le comunità scolastiche in percorsi di formazione e in azioni di stimolo verso le Istituzioni statali, poiché il contrasto al gioco d’azzardo ha bisogno certamente di disposizioni che regolamentino senza ipocrisia e ambiguità il fenomeno, ma ha bisogno anche e soprattutto di momenti culturali ed educativi che siano formativi per gli adolescenti e i giovani».


PER APPROFONDIRE: Modifica della legge regionale sul gioco d’azzardo, l’intervento dei vescovi calabresi


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