
Gioia Tauro, «Il porto cresce ma la burocrazia frena gli investimenti»
Alla vigilia della visita del viceministro Rixi, il Sul Trasporti accende i riflettori sul futuro del mega porto del Mediterraneo.
Nel segno della continuità. L’avvicendamento tra Alessandro Barbera, nominato capo dello Scico, e Flavio Urbani, nuovo comandante provinciale della Guardia di Finanza, non ha interrotto la lotta «senza quartieri» al narcotraffico internazionale nelle mani delle ‘ndrine. E che la “polvere bianca” sia uno dei principali introiti illeciti dell’holding criminale calabrese è un dato assodato. A testimoniarlo i numeri: oltre 870 chili di cocaina sono stati sequestrati nell’ultimo anno nel Porto di Gioia Tauro. Proprio lo scalo portuale reggino è stato il centro della nuova attività delle Fiamme Gialle di Reggio Calabria con il supporto dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica. Un affare potenziale dal 7 milioni di euro che è stato “intercettato” dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria all’interno di un container proveniente da Puerto Bolivar (Ecuador) e destinato in Georgia. Una tratta consolidata quella dall’America Latina all’Est Europa e Medio-Oriente come confermano tutte le ultime indagini andate a segno. Questa volta a celare il carico dei 34 chili di cocaina purissima suddivisi 30 panetti erano dei pallet di banane.
Alla vigilia della visita del viceministro Rixi, il Sul Trasporti accende i riflettori sul futuro del mega porto del Mediterraneo.
Crescita del traffico container, nuovi investimenti e sfide affrontate con successo per lo scalo calabrese.
Nuova operazione effettuata dall’Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria nell’ambito dell’attività ribattezzata “Alt caporalato Due”