
La Messa in suffragio del Papa sarà giovedì in Cattedrale a Reggio
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Oggi è la Giornata internazionale per l'abolizione delle schiavitù. È stata istituita dall'Onu per ricordare il 2 dicembre 1949, data di approvazione da parte dell'Assemblea generale della Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui.
Nel commemorare la Giornata Internazionale per l’Abolizione della Schiavitù, il segretario generale dell'Onu António Guterres ha sottolineato l'importanza di «riconoscere che l’eredità della tratta transatlantica degli africani ridotti in schiavitù si riverbera ancora oggi, lasciando una cicatrice sulle nostre società e impedendo uno sviluppo equo».
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Guterres ha anche fatto «appello ai Governi e alle società affinché rinnovino il loro impegno a eradicare la schiavitù. È necessario adottare misure più incisive con la piena partecipazione di tutti i portatori d’interesse, inclusi il settore privato, i sindacati, la società civile e le istituzioni per i diritti umani. Esorto inoltre tutti i paesi a proteggere e sostenere i diritti delle vittime e dei sopravvissuti alla schiavitù».
Il tema delle nuove schiavitù è molto spesso al centro delle parole di Francesco, che ogni volta sollecita i cristiani al dovere prioritario di impegnarsi nell’abolizione di questo turpe fenomeno.
La schiavitù moderna, diceva il Papa il 2 dicembre del 2014, nel corso della cerimonia per la firma della Dichiarazione contro la schiavitù da parte dei leader religiosi, nella Casina Pio IV, in Vaticano, «malgrado i grandi sforzi di molti, continua ad essere un flagello atroce che è presente, su larga scala, in tutto il mondo, fa le sue vittime nella prostituzione, nella tratta delle persone, il lavoro forzato, il lavoro schiavo, la mutilazione, la vendita di organi, il consumo di droga, il lavoro dei bambini».
Dei milioni di immigrati «vittime di tanti interessi nascosti, spesso strumentalizzati per uso politico a cui sono negate la solidarietà e l’uguaglianza», Francesco parlava invece nel 2019 in occasione della Giornata mondiale dei poveri, con una riflessione sulle vittime di traffico in Libia.
Papa Bergoglio ha sempre sostenuto la necessità di sradicare le cause più profonde, andando alla radice della schiavitù, combattendo quindi povertà, disuguaglianza, discriminazione. Occorre vincere, le sue parole, «ogni tipo di disuguaglianza, ogni tipo di discriminazione, che sono precisamente ciò che rende possibile il fatto che un uomo possa fare lo schiavo di un altro uomo», e conclude: «Non possiamo fare i distratti. Il problema non sta sul marciapiede di fronte: mi coinvolge. Non ci è permesso guardare da un’altra parte e dichiarare la nostra ignoranza o la nostra innocenza».
Secondo il rapporto Global estimates of modern slavery: Forced labour and forced marriage (“Stime globali della schiavitù moderna: Lavoro forzato e matrimonio forzato”), nel 2021 erano 50 milioni le persone che vivevano in condizioni di schiavitù moderna. Di queste persone, 28 milioni erano costrette al lavoro forzato e 22 milioni erano costrette in matrimonio forzato.
Il numero di persone in forme di schiavitù moderna è aumentato significativamente negli ultimi cinque anni. Nel 2021 le persone in schiavitù moderna erano 10 milioni in più rispetto a quanto registrato dalle stime globali del 2016. Donne e bambini sono maggiormente vulnerabili.
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