Avvenire di Calabria

Il reclutamento, trasporto e sfruttamento per mezzo di forza o minaccia riguarda 26mila persone, in grande maggioranza donne (68%)

Giornata contro la Tratta, oggi l’Europa riflette sulle nuove schiavitù

Secondo le Nazioni Unite, la prostituzione è la forma più diffusa di sfruttamento. In Italia le donne vittime di tratta sono oltre 2mila

di Redazione Web

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Giornata contro la Tratta, oggi l'Europa riflette sulle nuove schiavitù. La tratta degli esseri umani è ancora una realtà per migliaia di persone. Secondo i dati europei, il reclutamento, trasporto e sfruttamento per mezzo di forza o minaccia riguarda 26mila persone, in grande maggioranza donne (68%).

Oltre la metà delle vittime proviene da paesi terzi e il 46% è sottoposto a sfruttamento sessuale. Secondo le Nazioni Unite, la prostituzione è la forma più diffusa di sfruttamento. In Italia le donne vittime di tratta sono oltre 2mila.

Giornata contro la Tratta

In occasione della Giornata europea contro la tratta delle donne, celebrata il 18 ottobre, sono stati presentati i risultati del progetto WIN (Trafficked Woman INtegration). Il progetto europeo, durato due anni e finanziato dal FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione dell’UE) ha coinvolto tre Paesi europei (Bulgaria, Spagna e Italia) e cinque associazioni. Quelle italiane sono Lule Onlus ed Energheia Impresa Sociale, oltre al Fondo Provinciale Milanese per la Cooperazione Internazionale.


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La storia di riscatto

W. ha 22 anni, è nigeriana e oggi può guardare con fiducia al futuro dopo essersi lasciata alle spalle una vita fatta di false promesse. Un'esistenza in cui ha dovuto fare i conti con la parte più spietata del genere umano, quella dedita alla compravendita di persone come se fossero merce per il mercato della prostituzione. La sua storia, fatta di violenze e calunnie, è una delle tante, troppe vicende che oggi, 18 ottobre, Giornata Europea contro la tratta degli esseri umani, raccontano di vite difficili strappate alla loro terra in nome del profitto. Ma è anche una storia di riscatto e di aiuto.

Nata nel 1999, primogenita di quattro figli, W. cresce tra le ristrettezze economiche della famiglia: a soli 14 anni subisce le molestie dello zio e a 16 rimane incinta di un ragazzo. Convinta dalla madre ad abortire, viene portata da un native doctor, una sorta di sciamano, che, come racconta Elisa, l'operatrice che ha raccolto la sua testimonianza, «per due volte le dà qualcosa da inserire nelle parti intime per causare l’aborto, ma non funziona».

W. rimane quindi a vivere col il native doctor, nasce una relazione tra i due e dopo il parto resta nuovamente incinta. «W. si sente al sicuro, dice che lui è una persona gentile che si è presa cura di lei come la madre non aveva mai fatto». Ma la situazione precipita quando W. incontra J., un ragazzo che le promette una lavoro in Europa e la porta da un altro native doctor «che le pratica il rito del juju: le fa indossare una tunica bianca, uccide un pollo e le fa bere una bevanda alcolica molto calda. J. le dice che quando arriverà in Europa dovrà iniziare a lavorare per restituire i soldi che una persona, di cui ancora non conosce l’identità, ha anticipato per il suo viaggio. Il debito è di 25 mila euro: se non pagherà, il suo stomaco si ingrosserà e morirà».


PER APPROFONDIRE: Immigrazione. Contro la tratta di essere umani, la proposta del Masci


Affidati i figli alla nonna, W. parte assieme ad altre tre ragazze, attraversa il deserto in un silos e raggiunge la Libia dove viene costretta a prostituirsi per mesi prima di imbarcarsi e raggiungere l'Italia. Mentre si trova in un centro di accoglienza viene contattata dalla sua madam, la donna che  l'ha comprata per 25mila euro, un debito che W. deve saldare iniziando a prostituirsi.

Stanca di questa vita, W. riesce a fuggire e si rivolge alla polizia che la porta in un centro di accoglienza dove inizia il suo viaggio verso un nuovo futuro: accolta in una comunità protetta presso un Ente Anti Tratta, lontana dal luogo dove era costretta a prostituirsi, entra in contatto con gli operatori di Lule Onlus. Ora per W. è possibile progettare una nuova vita grazie un progetto europeo che non dimentica le troppe vittime dell'ignobile tratta di essere umani e mette in campo le risorse necessarie per aiutare queste donne a ritrovare la propria dignità di persone. 

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