
Gallico al centro della “Strategia territoriale” di Reggio Calabria
Complessivamente di 5,4 milioni di euro destinati alla riqualificazione del Lungomare, del borgo marinaro e
Il 14 giugno si celebra la Giornata mondiale del donatore di sangue, un momento importante per ricordare come con un piccolo gesto di solidarietà si possono salvare in concreto tante vite.
Negli ultimi due anni il numero dei donatori è aumentato, facendo registrare in alcune realtà, come quella di Reggio Calabria, un incremento significativo in termini di percentuale di persone che si accostano alla donazione, superiore rispetto anche al periodo pre-Covid. I numeri sono incoraggianti, ma come vedremo, c’è ancora tanto da fare.
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Prezioso è il contributo di realtà associative storiche come Avis e Adspem, da sempre in prima fila, insieme ai propri volontari, in un’opera di sensibilizzazione che coinvolge in particolare le nuove generazioni. Accanto a questo, recentemente, il contributo delle istituzioni locali, come i Carabinieri e la Polizia di Stato, ha ulteriormente stimolato la partecipazione della comunità, creando un clima di «competizione positiva tra le forze istituzionali», oltre che essere da esempio per i cittadini.
Sforzi importanti, considerato anche l’aumento del fabbisogno in concomitanza con l’arrivo della stagione estiva. Ne parliamo con alcuni dei protagonisti.
È piccolo gesto che può salvare tante vite, capace di ripagare chi lo compie con la consapevolezza di aver fatto la differenza. «La donazione di sangue è un atto di solidarietà e amore che richiede poco tempo, ma ha un impatto enorme sulla salute e la vita di molti». Myriam Calipari, presidente dell’Avis comunale di Reggio Calabria ci spiega l’importanza di questo gesto e di come sia fondamentale non soltanto durante la stagione estiva, in cui il «bisogno di sangue si amplifica».
Assume un rilievo fondamentale, soprattutto perché coincide con l’inizio dell’estate, periodo in cui cresce il bisogno di sangue. È essenziale garantire le sacche necessarie per il Grande ospedale metropolitano, non solo durante le emergenze o le operazioni importanti, ma anche per chi ha bisogno durante tutto l’anno. In estate, la disponibilità di sangue può diminuire, mettendo a rischio chi necessita di trasfusioni regolari.
Innanzitutto c’è maggiore sensibilità rispetto all’atto della donazione. Non sono cresciuti soltanto i numeri, ma è cambiato anche l’approccio soprattutto per quanto riguarda le tipologie di donazione.
Oltre alla raccolta di sangue intero, da più di un anno abbiamo introdotto la raccolta di plasma tramite aferesi. Molti donatori alternano tra sangue intero e plasma, il che è cruciale perché entrambe le donazioni sono ugualmente importanti. Donare sangue intero richiede solo dieci minuti, mentre la donazione
PER APPROFONDIRE: Gom, aumenta la donazione di sangue: «primi per la raccolta di plasma»
di plasma circa mezz’ora. Tuttavia sapere che questo gesto semplice può aiutare molte persone ripaga tantissimo in termini di contributo che ciascuno può dare al prossimo.
Donare sangue non solo aiuta chi ne ha bisogno, ma è anche un atto di prevenzione per i donatori stessi. Ogni volta che doniamo, vengono effettuate delle analisi di routine che valutano il nostro stato di salute generale. Questo è un importante strumento di prevenzione che ci permette di monitorare la nostra salute regolarmente.
Vorrei dire ai nostri concittadini, col cuore in mano, di impegnarsi affinché le necessità di tutti siano soddisfatte. Anche un piccolo contributo può fare una grande differenza. Donare sangue o plasma è un gesto semplice che richiede poco tempo, ma può salvare molte vite. Facciamolo per gli altri e per noi stessi.
Barbara Maria Farinato è la vice presidente dell’Associazione Reggina Microcitemici (presidente è, invece, Stefania De Lorenzo). È anche una paziente talassemica. Le trasfusioni di sangue per lei, così come per altri pazienti con alterazioni dei globuli rossi, sono il principale “salvavita”. Ecco la sua testimonianza.
Una risposta semplice ma importante: la vita! Donare il sangue è fondamentale, eticamente e moralmente, tutti dovrebbero sentirsi chiamati a compiere questo gesto altruista che può salvare molte vite. Alcune persone, come i talassemici, necessitano di sangue per vivere. Ci sono studi in corso su nuove terapie che potrebbero portare a una cura definitiva per alcuni pazienti, soprattutto i più giovani, ma la strada è ancora lunga e non tutti potranno accedervi. Per questo, la trasfusione di sangue resta la terapia principale e più sicura, e speriamo che sempre più persone decidano di diventare donatori abituali.
Mi è stata diagnosticata la talassemia a tre mesi di vita. Fino a 19 anni, facevo trasfusioni solo quando necessario. Da allora, effettuo trasfusioni regolari ogni 20 giorni presso il Centro di Microcitemia di Reggio Calabria. La talassemia è una malattia genetica ereditaria che causa difetti nella sintesi dell’emoglobina, trasmessa da genitori portatori sani.
Le trasfusioni frequenti causano un sovraccarico di ferro, ridotto tramite una terapia ferrochelante giornaliera. L’eccesso di ferro può danneggiare gravemente organi come cuore e fegato, ma nuovi farmaci chelanti hanno migliorato notevolmente la nostra qualità di vita. Continuo a fare controlli regolari per prevenire altre patologie. Ho sempre affrontato tutto con ottimismo, cercando di vivere una vita normale, tra amici, viaggi e belle esperienze.
La nostra associazione, fondata nel 1977 da alcuni genitori, ha sempre cercato di aiutare e sostenere i bambini talassemici e le loro famiglie. Oggi l’associazione può contare sul supporto di quei bambini divenuti adulti per far conoscere alle persone questa malattia e per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della donazione del sangue non solo per noi ma per tutti quelli che ne hanno bisogno. Si impegna, nelle sedi opportune, a far valere i propri diritti e cerca di portare a conoscenza dei soci gli studi, le nuove terapie e le prospettive future della malattia.
Per fortuna possiamo contare sul contributo di realtà come Avis e Adspem impegnate ogni giorno nella raccolta del sangue tra le loro sedi o con iniziative straordinarie, attraverso le loro autoemoteche. Spesso organizziamo insieme eventi o raccolte speciali. Per quanto riguarda il nostro centro di cura, che è come una seconda casa per noi, ci troviamo bene sia con i medici che con le infermiere. Si prendono cura di noi e si preoccupano come se fossimo i loro figli. Ci auguriamo sia sempre così. A livello più generale è stato approvato da poco il nostro il nostro percorso diagnostico terapeutico assistenziale. L’auspicio è che aiuti anche i medici a comprendere l’importanza di avere un approccio multidisciplinare alla malattia e che là dove si registrano delle mancanze, che purtroppo in alcuni ambiti ci sono, queste vengano presto risolte.
Il sangue è una risorsa fondamentale che non si può riprodurre in laboratorio, indispensabile in molte situazioni. Tutti potremmo avere bisogno, in qualsiasi momento della nostra vita, di una sacca di sangue. Ci sono periodi dell’anno, come l’estate, in cui è più difficile reperirlo.
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La malattia non va in vacanza e ogni mese dell’anno per noi è importante. Alle persone che ci leggono direi: prima di partire per le vacanze, ricordatevi di donare. A chi non l’ha mai fatto, posso dire che non è pericoloso, non comporta rischi, ed è un buon modo per controllare la propria salute, oltre a essere un gesto d’amore verso il prossimo. A chi inve-Stefania ce è già donatore, dico dal profondo del cuore: grazie!
Complessivamente di 5,4 milioni di euro destinati alla riqualificazione del Lungomare, del borgo marinaro e
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