Avvenire di Calabria

Il secondo giovedì di ottobre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della vista, promossa dall’OMS e dall’IAPB

Giornata della Vista, la Calabria è una regione a misura?

Vi riproponiamo un'intervista a Anna Barbaro che è diventata un simbolo per le persone con disabilità di Reggio Calabria

di Redazione Web

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Il secondo giovedì di ottobre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della vista, promossa dall’OMS e dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità.

Come celebra la Calabria la Giornata della Vista?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale almeno un miliardo di persone ha problemi di vista da vicino o da lontano che potrebbero essere prevenuti o che devono ancora essere diagnosticati e curati.

La disabilità visiva colpisce persone di tutte le età e può avere effetti importanti e di lunga durata su tutti gli aspetti della vita, comprese le attività personali quotidiane, l'interazione con la comunità, la scuola e le opportunità di lavoro e la possibilità di accedere ai servizi pubblici.


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Allo scopo di richiamare l'attenzione sul tema, il secondo giovedì di ottobre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della vista, promossa dall’OMS e dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB).

Ogni anno viene inoltre scelto un argomento specifico per sensibilizzare istituzioni e cittadinanza sulla prevenzione oculare sull’importanza della prevenzione, e vengono pianificate numerose iniziative anche a livello italiano, coordinate dalla sezione italiana della IAPB.

Nel nostro Paese, le malattie che mettono a rischio la vista riguardano oltre tre milioni di persone e ancora di più sono i soggetti a rischio. In particolare, come negli altri paesi sviluppati, in Italia l’incidenza di glaucoma, retinopatia diabetica e maculopatia aumenta parallelamente all’aumento dell’età media e alle diagnosi di malattie croniche.

Ogni cittadino dovrebbe conoscere i principali rischi a cui è esposta la sua vista e, allo stesso tempo, le opportune misure di prevenzione di cui può disporre: la Giornata Mondiale della vista è dunque l’occasione per promuovere iniziative di prevenzione e fare il punto sulle attività e sulle novità in campo oftalmologico.


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Dopo il successo paralimpico di Tokyo, Anna Barbaro è diventata un simbolo per le persone con disabilità di Reggio Calabria. Abbiamo scelto di confrontarci con lei sulla dimensione dell’autonomia delle persone con disabilità sul territorio reggino.

Reggio è una città a misura di persona con disabilità?

Purtroppo no. E questo mi dispiace molto; la mia impressione è che, spesso, si cerchi di copiare goffamente ciò che si fa in alcune grandi città, ma si perdono di vista le questioni basilari. Ma le responsabilità vanno divise equamente: politica e cittadini.

Perché?

Porto un esempio: hanno introdotto l’uso dei monopattini nel centro cittadino, ma il risultato è che questi vengano abbandonati dove capita. Il mio esempio è legato a un’esperienza personale: stavo camminando con mia figlia e, proprio nel punto in cui c’era il percorso tattile che indicava la presenza delle strisce pedonali, c’era “parcheggiato” un monopattino. Se fossi stata sola, senza mio marito, sarei rimasta immobile lì. Ma questo è solo uno dei tanti problemi “terra terra” che viviamo quotidianamente.


PER APPROFONDIRE: Sport e fede, incontro in parrocchia con Anna Barbaro


Quali sono gli altri?

Vogliamo parlare della spazzatura lasciata impunemente sui marciapiedi o l’allestimento selvaggio dei gazebo che non permettono per ampie aree di poter camminare sui marciapiedi. Chi fa questa azioni pensa minimamente che in città ci sono persone con disabilità? Da quello che fanno credo assolutamente di no.

Una questione di civiltà?

Assolutamente sì. Non è il politico che abbandona la spazzatura o il monopattino ovunque, ma la gente comune. Però è il politico che permette di “bloccare” le strade alle attività private oppure “dimentica” di manutenere le segnaletiche orizzontali, gli scivoli per carrozzine, i ciottoli nelle isole pedonali. Piccole attenzioni che mancando denotano l’assenza di un’attenzione generale alle disabilità se non a parole.

Impossibile parlare di autonomia negli spostamenti?

A Reggio Calabria se parliamo di trasporto pubblico ci riferiamo a treni o autobus. Personalmente, rispetto alle ferrovie, mi sono arresa. Troppo pericoloso: si pensi che i treni non si fermano quasi mai a livello del marciapiede del binario. Rispetto agli autobus, per fortuna, c’è qualche possibilità in più. Di recente sono stati introdotti i bus “parlanti” che sono un passo in avanti.

C’è, però, tanta strada ancora da fare… Non basta fare qualcosa. Questo è il grande tema da affrontare con maturità; qualsiasi cosa venga fatta in una città deve partire da una domanda essenziale: ne possono fruire tutti? Personalmente se non avessi avuto Nora, il mio cane-guida, avrei rischiato il totale isolamento. Sono stata fortunata; però, ciò che mi auguro è che parta questo cambio di mentalità. Se avverrà, cambierà automaticamente la città e il suo livello di vivibilità per tutti.

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