Avvenire di Calabria

Tra le accuse quella di aver volutamente incentivato l'uso compulsivo delle piattaforme da parte degli adolescenti

Giovani e dipendenza digitale, Meta accusata da 40 Stati americani

L'indagine nasce dalle rivelazioni di un ex dipendente

di Redazione Web

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Circa quaranta Stati degli Stati Uniti hanno intentato una causa legale contro Meta, la società madre di Facebook, Whatsapp e Instagram. Le accuse principali riguardano l'uso di tecniche psicologicamente manipolative per attirare e trattenere giovani e adolescenti sulle loro piattaforme allo scopo di aumentare i profitti.


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Meta sotto accusa, avrebbe incoraggiato l'uso compulsivo delle sue piattaforme

Questa causa include azioni legali congiunte da parte di Colorado e California, sostenute da altri 33 Stati, che accusano Meta di aver sfruttato tecnologie avanzate per catturare giovani e adolescenti a scopo di lucro. Le accuse specifiche riguardano la progettazione di funzionalità psicologicamente manipolative, come lo "scroll infinito" e avvisi persistenti, per incoraggiare un uso compulsivo delle piattaforme, così come la raccolta illegale di dati personali di utenti giovani senza il consenso dei genitori.

Meta sotto accusa, avrebbe aggravato la crisi della salute mentale giovanile

Tutto ha avuto inizio nel 2021, dopo che un’ex dipendente di Facebook, Frances Haugen, ha fatto trapelare una ricerca aziendale che indicava che la società fosse consapevole che le proprie piattaforme comportano rischi per la salute mentale dei giovani. A quel punto, un gruppo bipartisan di procuratori generali, tra cui Colorado, Massachusetts e New Hampshire, annunciò un’indagine congiunta sull’impatto – e sui potenziali effetti dannosi – di Instagram sui giovani.

Meta sotto accusa, la difesa dell'azienda

Meta ha affermato che sta lavorando per fornire un ambiente più sicuro per gli adolescenti sulle sue app e ha introdotto più di 30 strumenti per supportare adolescenti e famiglie. “Siamo delusi dal fatto che, invece di lavorare in modo produttivo con aziende di tutto il settore per creare standard chiari e adeguati all’età per le numerose app utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali abbiano scelto questa strada”, ha commentato la società in una nota.

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