Avvenire di Calabria

Gmg Lisbona: l’arcivescovo di Napoli, monsignor Battaglia: «uscire dalla tirannia dell’io per ritrovarsi nella bellezza del noi»

La lettera del presule partenopeo ai pellegrini della diocesi: «Anche nelle relazioni il "vedere" è fondamentale»

di Redazione Web

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“Anche nelle relazioni il ‘vedere’ è fondamentale e quante volte ciò che vediamo rinfresca il cuore! A me capita spesso quando siamo insieme – mentre vi guardo, vi osservo, negli incontri in parrocchia come nelle celebrazioni o manifestazioni particolari -, di sentirmi rigenerato da voi, dalla freschezza del vostro entusiasmo, dalla bellezza della vostra giovinezza”. Lo scrive l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, in una lettera ai giovani che parteciperanno dalla diocesi alla Gmg di Lisbona, confidando il dispiacere di non poter partire per un “necessario e urgente intervento chirurgico” agli occhi. “Anche se fisicamente non potrò essere con voi, vi chiedo di sentirmi presente, accanto a voi, come pellegrino e amico, felice di celebrare con voi e con Papa Francesco il dono della fede, della vita, dell’amore che ci unisce e che nell’unirci continua a salvare il mondo”, l’invito di mons. Battaglia ai giovani che chiama, nella lettera, “viandanti” verso la Gmg.

Ricordando il versetto del Vangelo di Luca scelto da Papa Francesco come tema per la Gmg 2023 “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), mons. Battaglia punta il dito verso “un mondo che troppo spesso appare seduto, fermo, sedentario e, soprattutto, lento quando si tratta di cambiare rotta, di convertirsi ai valori evangelici e umani della fraternità e della solidarietà, della pace e della giustizia”. Proprio per questo, “guardando a Maria di Nazareth, potrete guardare a un modello davvero rivoluzionario e controcorrente, un modello capace di ispirarvi, accompagnarvi, parlare alla profondità del vostro animo generando sogni e desideri alti. Vedete, Maria, nonostante avesse accolto nel suo giovane grembo il Messia atteso dalle genti, non si è sentita minimamente posizionata in un ruolo sicuro, privilegiato, lontano dalle esigenze della storia e dai bisogni concreti dell’umanità”.

Nel suo stato di attesa “non si è accomodata in una ‘comfort zone’ ma si è subito alzata, mettendosi in cammino da risorta, grazie alla fiducia incrollabile in quella Parola che l’aveva visitata con tenerezza e discrezione, chiedendole il permesso di abitare nel suo ventre, ponendo così la sua tenda in mezzo a tutti noi.” E “questa dinamica evangelica, questo cammino coraggioso, vede Maria pronta, disponibile, senza esitazioni”. Di qui l’invito: “Guardate a lei, miei amati giovani di Napoli. Guardate a lei quando il mondo, i media, le narrazioni a basso costo vi illudono con il miraggio di una vita rinchiusa tra le quattro mura di casa, quando vi parlano di un’esistenza comoda e facile, centrata solo sui vostri apparenti bisogni, e per questo protetta dalle mura alte e spesse dell’egoismo. Sì, un egoismo che sembra mettere al sicuro, facendo accomodare sulla poltrona dorata del consumo a tutti i costi, del virtuale senza relazioni autentiche, dell’immagine finta da curare e consegnare al mondo, fino a scoprire che dietro l’immagine che ci siamo costruiti per gli altri si cela il vuoto interiore, che ci rende infelici, scoraggiati, demotivati”.

Guardando alla “fretta” di Maria, il presule ha precisato: “C’è una fretta sana, direi anche santa, che è la fretta di voler uscire dalle gabbie che la società, e noi con lei, ci costruisce intorno, la fretta di uscire dalla tirannia dell’io per ritrovarsi nella bellezza del noi, la fretta di invertire rotta subito per cominciare a navigare nella direzione del Vangelo, Parola affidabile per il presente e per il futuro di tutta l’umanità”.

Mons. Battaglia conclude: “Sono convinto che guardando a lei, nell’incontro con i giovani di tutto il mondo, saprete riportare qui, nella nostra città, nella nostra Chiesa, una ventata di aria fresca e sono certo che le parole e la testimonianza di Papa Francesco” saranno “un balsamo di entusiasmo, una sorgente di grande motivazione per generare quei cambiamenti, quelle inversioni di rotta, di cui la nostra Terra ha tanto bisogno”.

Fonte: Agensir

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