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È il giorno delle dichiarazioni programmatiche del neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera e del voto di fiducia. Stesso iter che sarà replicato, domani, al Senato. Sul nuovo esecutivo e sulle risposte che dovrà dare agli italiani e, in particolare, ai calabresi abbiamo intervistato Anna Laura Orrico, deputata calabrese del Movimento 5 Stelle, ex sottosegretario ai Beni Culturali del Conte II.
È l’unica deputata calabrese del Movimento 5 Stelle ad essere stata eletta all’uninominale. Anna Laura Orrico, alle politiche del 25 settembre, ha vinto la sfida all’ultimo voto con l’altro uscente, ma di Forza Italia, Andrea Gentile nel collegio Cosenza-Tirreno, considerato “roccaforte” del centrodestra.
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Riconfermata, la già sottosegretaria al Ministero dei beni culturali nel Conte II, inizia la XIX legislatura dagli scranni dell’opposizione, dicendosi pronta, comunque, a non far mancare il proprio contributo a favore della Calabria.
In Calabria, in particolare nel mio collegio uninominale, siamo riusciti a fermare l’onda lunga delle destre scardinando un sistema ultradecennale. Evidentemente i calabresi hanno capito l’impegno svolto per la comunità e sanno riconoscere quando l’offerta politica è di qualità. D’altronde, mi auguro, sia finito il tempo delle rendite politiche e delle dinastie. Un meccanismo che riduce la partecipazione delle persone comprimendo gli spazi democratici.
Il Reddito di cittadinanza è uno strumento di giustizia sociale che rivendico fortemente. Riconosciuto come indispensabile per il nostro Paese da autorevoli soggetti terzi come, ad esempio, la Caritas che, anzi, suggerisce di rafforzarlo. Detto ciò, in Calabria, in tutta la regione, i percettori sono circa 80mila. Un numero che non ha potuto sovvertire l’esito delle ultime elezioni politiche. Sono altri gli elementi, come le clientele ed il malaffare, che da queste parti influenzano il voto.
Se penso ai risultati acquisiti per la Calabria da sottosegretario ai Beni culturali guardo alla concretizzazione dei 90 milioni di euro del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per il rilancio del centro storico di Cosenza i cui bandi di gara stanno partendo adesso ed alle risorse, parliamo sempre di milioni di euro, per il Parco archeologico di Sibari e dei Tauriani di Palmi. Ai fondi per salvare il sito di Capo Colonna ed ai 6 milioni di euro per il retroporto di Gioia Tauro ottenuti in sinergia con il collega Auddino.
È il risultato dello stratificarsi di una miopia politica di lungo corso. Più che commiserarsi bisogna agire. Ad iniziare dal rapporto fra la dimensione della formazione ed il mondo del lavoro. Serve un raccordo così come avviene al Nord. Le faccio un esempio virtuoso: l’incubatore di imprese per il comparto culturale che avvierà l’Unical nel centro storico di Cosenza. Fa parte degli interventi del Cis. È, a mio avviso, una delle strade da seguire per rendere nuovamente attrattivo il territorio.
Dovremo difendere le conquiste ottenute in questi anni in termini di diritti sociali e civili. Temi, rispetto i quali, il centrodestra non mi sembra sia partito granché bene fin dalla campagna elettorale. E neanche con le scelte operate per la presidenza delle Camere. E poi, dovremo rafforzare ancora di più, costruendo un lavoro sinergico, il rapporto con sindaci, sindacati, associazioni di categoria, mondo produttivo. Le opposizioni devono fornire una visione alternativa a chi governa.
Personalmente ho sempre dialogato con i miei avversari politici. L’ho fatto ai tempi della stipula del Cis Cosenza, con buoni risultati. L’ho fatto, ultimamente, con la giunta regionale per rilanciare un villaggio turistico riconosciuto dal Ministero della Cultura con risultati, invece, poco soddisfacenti. È l’altro lato della medaglia: anche chi governa deve avere capacità di ascolto.
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Guardi, nella prima riunione fra i parlamentari del M5S di qualche giorno fa ho parlato proprio di questo tema. Ripartire dai territori. A breve usciranno i regolamenti relativi sia la formazione dei gruppi territoriali, sia quella inerente la formazione dei forum tematici. Questi ultimi sono una finestra per la società civile che vuole partecipare e contribuire alle scelte del Movimento senza per forza iscriversi alla piattaforma. E poi ci saranno anche i coordinatori provinciali. Insomma, ci siamo.
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