Avvenire di Calabria

Imprese, sindacato e professioni del territorio lanciano le loro proposte all'esecutivo da poco insediatosi

Governo Meloni, da Reggio Calabria ecco le richieste al nuovo esecutivo

Molteplici gli appelli che giungono dal territorio: «Sanità, caro energia, innovazione e attenzione ai redditi bassi, le priorità»

di Redazione Web

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Da Reggio Calabria, attese, ma soprattutto proposte al nuovo Governo Meloni. Il mondo delle imprese, del sindacato e delle professioni guarda con particolare attenzione al lavoro al quale sarà chiamato il nuovo esecutivo, auspicando particolare attenzione per la Calabria e la città di Reggio. Abbiamo raccolto alcune voci autorevoli e altrettante proposte.

Nuovo esecutivo, le imprese: «Intervenire su caro energia e pressione fiscale»

Il mondo delle imprese della città di Reggio Calabria e dell'intera regione e auspica interventi a proprio favore da parte del nuovo Governo Meloni. Il presidente di Unioncamere Calabria e della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana non nasconde le difficoltà che sta vivendo il settore in tutto il Paese e, marcatamente, anche in Calabria.


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Il riferimento, inevitabilmente, è al «caro energia che non pochi problemi sta causando al già provato tessuto produttivo nostrano», afferma Antonino Tramontana ad Avvenire di Calabria.

«È su questo, in particolare, che il nuovo Governo Meloni dovrà intervenire. Questa - aggiunge Tramontana - è la prima risposta che ci attendiamo dalla nuova classe politica che ci rappresenta, insieme ad una riforma fiscale che allievi il peso delle tasse, garantisca il pagamento in forma agevolata delle stesse e aiuti soprattutto le imprese a non indebitarsi e a poter mandare avanti le proprie attività».

Industria 4.0, settore vitale per creare occupazione e imprenditoria

Insieme alla Cultura, altro settore chiave sui cui il nuovo Governo Meloni deve puntare per lo sviluppo della Calabria e di Reggio è quello dell’Information Technology e dell’innovazione. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Beniamino Azzarà, Amministratore e Direttore tecnico di Sied IT, azienda leader nel campo delle nuove tecnologie che ha sede a Reggio Calabria.

Davanti alle prospettive del nuovo Governo Meloni quali sono le aspettative di chi lavora nell’ambito dell’IT e dello sviluppo informatico?

Il neonato Governo Meloni, deve avviare con urgenza ed in maniera più incisiva un’azione radicale in materia di digitalizzazione dei processi per consentire al tessuto produttivo del nostro paese di poter effettuare un “salto in avanti” in termini di competitività. Bisogna riprendere ed ampliare le misure già previste dal piano Industria 4.0 ed incentivare gli investimenti nell’innovazione tecnologia: smart factories, telemedicina, big data, realtà aumentata. Ci si aspetta un maggiore sostegno alle start-up innovative con una valutazione più attenta dei progetti veramente meritevoli.

Secondo lei quali sono le procedure che vanno snellite per incentivare l’innovazione?

È cosa ormai nota che la spina dorsale del tessuto produttivo italiano è fatta di piccole e medie imprese (Pmi), che usano la rete come mezzo per rendere disponibili i propri servizi innovativi e per mettere in contatto domanda ed offerta; bisogna consentire ed agevolare in ogni modo possibile (voucher, credito di imposta, sgravi fiscali) l’accesso alla banda larga a tutte le fasce della popolazione italiana, consentendo di sfruttare al massimo i servizi digitali che le aziende mettono a disposizione, creando un doppio beneficio sia per le imprese che per i cittadini che ne usufruiscono.

Dal punto di vista delle infrastrutture cosa servirebbe per facilitare lo sviluppo delle nuove tecnologie?

Ancora oggi la connettività a banda ultra-larga in Italia è assai più limitata che in altri paesi, con grandi differenze tra diverse aree geografiche in termini di penetrazione e qualità, ne è un esempio la nostra Regione dove

intere zone ed intere fasce di popolazione sono ai margini dei nuovi mercati digitali. Serve con urgenza ridurre questo divario rendendo il Paese totalmente connesso, permettendo un’ampia diffusione dei servizi legati alle nuove tecnologie attraverso la creazione delle cosiddette “strade digitali” e quindi lo sviluppo ubiquo della rete in fibra ottica (priorità assoluta) ed il completamento della rete 5G.

Innovazione fa rima con formazione. Secondo lei, nelle scuole, si fa abbastanza per incentivare la sviluppo dei talenti innovativi?

L’accelerazione tecnologica che si è registrata nell’ultimo ventennio ha amplificato l’importanza delle competenze individuali e collettive, si è cercato di fare qualcosa nelle scuole italiane con i progetti Pon, ma ancora troppo poco. Per anni si è cercato di portare i ragazzi dentro le aziende ma è invece prioritario portare il mondo del lavoro tra i banchi di scuola. Bisogna sperimentare nuove modalità mediante una diversificazione delle opportunità d’apprendimento, serve una maggiore integrazione scuola-impresa basata sul “saper fare” prendendo spunto dai modelli utilizzati nei paesi del nord Europa.

Sanità, Azzarà (Uil): «Tante le attese dal nuovo Governo Meloni, ma la Sanità resta l'emergenza»

«Molte sono le aspettative che i calabresi ripongono nel neo esecutivo, auspicando che questi, nella propria agenda, preveda di preoccuparsi compiutamente delle numerose criticità divenute oramai croniche nella regione. Tra tutti i problemi spiccano i paurosi ritardi nel tempo accumulatisi nel Sistema sanitario regionale, divenuto un emblematico esempio di pervicace e colpevole negazione del diritto alla salute per un’intera comunità». Ha dirlo, attraverso Avvenire di Calabria, è Nuccio Azzarà, segretario della Uil territoriale di Reggio Calabria, in riferimento al lavoro che dovrà attendere il neonato Governo Meloni.

La proposta: dall'esecutivo, un commissario ad acta di comprovata esperienza per gestire la fase transitoria

«Attesi i fallimenti fatti registrare nella decennale gestione commissariale del settore ivi compreso il deludente Decreto Calabria numero 150/20 (Decreto “Salva Calabria”) poi convertito in legge, nei cittadini è subentrata una cogente delusione che nell’ultima tornata elettorale si è trasformata in uno storico e preoccupante astensionismo».

«Da un esecutivo che ha a cuore le sorti del meridione e della Calabria, il Sindacato - ancora le parole del segretario Uil di Reggio Calabria rivolte al Governo Meloni - si aspetterebbe un reale interessamento con conseguenti risvolti legislativi che prevedano anche in un regime transitorio, una figura di Commissario ad acta nel cui curriculum spicchino incontrovertibili "qualificate e comprovate professionalità ed esperienze di gestione sanitaria anche in base ai risultati conseguiti". Requisiti - ricorda Azzarà - previsti dall’articolo 1 della legge 190/2014 (il governo, visti i rovinosi risultati, non deve più prevedere alla guida della sanità né generali, né super poliziotti, a meno che non rispondano al nome del colonnello Maurizio Bortoletti)».

Offerta sanitaria, interventi per migliorare la rete territoriale

Stessa attenzione, il nuovo Governo guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrebbe porre - a detta del Segretario della Uil di Reggio Calabria - «nella nomina dei sub commissari regionali e, soprattutto, nell’individuazione di direttori generali di altissima e comprovata professionalità che rappresentino finalmente delle vere eccellenze nel campo dello studio e della programmazione sanitaria».

«Deve essere rivisitato il Piano di razionalizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario e sui rispettivi territori vanno deliberate affidabili linee guida insite agli atti aziendali che consentano il netto miglioramento dell’offerta sanitaria». 

Blocco del turnover e individuazione del nuovo personale nella Sanità

«Il Governo Meloni - ancora Azzarà - dovrebbe farsi carico più segnatamente: della cancellazione reale del blocco del turnover e la conseguente individuazione della quota percentuale di sostituzione del personale posto in quiescenza con particolare riguardo a figure professionali che non siano esclusivamente mediche; del ripiano del miliardario debito che nel tempo si è accumulato ed impedisce ad alcune Aziende dal 2013 di approvare i rispettivi bilanci; dell’adeguamento della rete dell’Emergenza urgenza che preveda il numero unico di Emergenza pubblica con l’attivazione di una Azienda regionale del Suem 118 comprendente adeguati uomini e mezzi».

Nuovi ospedali e tecnologie, le risorse ci sono, occorre investirle

L'esecutivo, inoltre, dovrebbe farsi carico «dell’utilizzo delle ingenti risorse economiche già esistenti per la ristrutturazione degli ospedali; dell’ammodernamento del patrimonio tecnologico e la costruzione dei nuovi ospedali; della previsione di investimenti sulla medicina di prossimità; di un’apposita legge sulla non autosufficienza».

«Urge invertire la tendenza che vuole la nostra sanità con gli indicatori di qualità relativi ai Lea (livelli essenziali di assistenza) peggiori a livello nazionale, con una migrazione sanitaria che annualmente sfora i 300 milioni di euro, con prenotazioni di esami con tempi di attesa inaccettabili, il tutto prima che sia troppo tardi», conclude il segretario della Uil di Reggio Calabria, rivolgendosi ancora al Governo e alla premier Meloni.

I commercialisti di Reggio Calabria al Governo Meloni: «Detassare subito i redditi più bassi»

«C’è un inciso, nella recentissima Sentenza della Corte Costituzionale numero 209 depositata pochi giorni fa, il 13 ottobre scorso. Rileggerla mette davvero i brividi: "Va premesso che, come hanno rilevato numerosi studi dottrinali, il sistema fiscale italiano si dimostra avaro nel sostegno alle famiglie. E ciò nonostante la generosità con cui la Costituzione italiana ne riconosce il valore"». Lo afferma ad Avvenire di Calabria il presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili di Reggio Calabria.

Un’amara verità a contribuire alla quale, ancora Poeta, «i tanti tributi e balzelli locali che dagli anni ‘90 continuano a pressare le famiglie. Un fenomeno giustificato dal presunto "necessario federalismo fiscale" volto a ottimizzare a livello locale la cosa pubblica, ma che, in realtà, è servito solo a rendere più poveri i comuni più poveri e ricchi quelli già ricchi, disincentivando gli investimenti nelle città di provincia e nelle periferie».

Piccoli proprietari immobiliari penalizzati

Guardando alla realtà reggina, «si pensi al piccolo proprietario immobiliare che da sempre ha contato sul piccolo reddito aggiuntivo di un canone di locazione. Che senso ha, per questi, mantenere una proprietà su cui oltre all’Imu deve pagare Irpef e addizionali sul canone, con un’incidenza che arriva anche ai tre quarti del reddito netto? Che spazi ci sono per un ulteriore investimento accrescitivo o manutentivo del patrimonio? La domanda è retorica».

«Ma se le cause della crisi in cui ci troviamo sono ormai chiare, la cura - di cui si parla ogni giorno - è peggiore del male: gli incentivi a gogò sulle ristrutturazioni che non riescono a trovare collocazione su un mercato secondario che ne sostenga l’impegno finanziario di immani dimensioni». 

Evasori. Nessuna lobby, sempre più famiglie non riescono a pagare le tasse

Il paradosso, continua il presidente dell'Ordine dei commercialisti reggini, «è che da un lato l’Italia nei rapporti con l’Ue preme sulla indefettibile “solidarietà”, mentre al suo interno privilegia territori più fortunati, lasciando al proprio destino quelli che lo sono di meno. Il ritorno a decorosi trasferimenti erariali agli Enti locali, così come la semplificazione della macchina burocratica, uno snellimento dei controlli ed una maggiore tutela dal rischio di incappare in cavilli di responsabilità legale per i nostri amministratori locali, è quanto mai opportuno. Viceversa, la famiglia continuerà a pagare le maggiori conseguenze».


PER APPROFONDIRE: Governo, Nucera (Adc): «Il primo impegno: progettare il futuro»


«L’evasione fiscale - evidenzia Poeta - non è solo frutto di infidi manovratori. È anche conseguenza dall’impossibilità dei percettori di basso reddito di disporre del necessario per vivere. Ecco perché la detassazione dei redditi più bassi, l’ampliamento della soglia di accesso al gratuito patrocinio nei procedimenti giudiziari (attualmente ferma all’indecente livello di esenzione di circa 11.000 euro), dovrebbero essere tra le tante priorità su cui il Governo Meloni dovrà mettersi subito a lavorare», ha motivo di ritenere il presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Reggio Calabria.

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