Chiesa calabrese in festa, monsignor Salvatore Nunnari celebra 60 anni di sacerdozio
L’arcivescovo emerito di Cosenza – Bisignano è stato ordinato sacerdote il 12 luglio del 1964 dall’allora arcivescovo di Reggio Calabria, monsignor Ferro.
«Grazie al vaccino ho sconfitto il Covid». Monsignor Salvatore Nunnari da qualche giorno ha fatto ritorno a casa dopo essere stato dimesso dal Policlinico universitario di Catanzaro. Ancora in convalescenza, l’arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano racconta la sua esperienza. «Sono stati giorni molto difficili» dice. «Fondamentali - aggiunge - è stato il vaccino. Mi ha protetto dalle conseguenze più devastanti della malattia». Assieme al vaccino, importanti sono state le cure ricevute. «Ringrazio per questo - continua Nunnari - il professor Carlo Torti del Policlinico universitario di Catanzaro e il professor Roberto Cauda del Policlinico universitario Gemelli di Roma».
Il già presidente della conferenza episcopale calabra spiega come grazie al vaccino abbia sconfitto il Covid. «Ho sperimentato l’efficacia dei vaccini in prima persona e ho toccato con mano – ancora le parole di monsignor Nunnari – la professionalità e l’alto senso di umanità di questi medici. Il vaccino salva la vita».
In molti hanno manifestato vicinanza all'arcivescovo. «Ringrazio tutti per la preghiera e l’accompagnamento costante», le parole di Nunnari. «Il mio pensiero orante va al personale medico e sanitario. In questo anno e mezzo è in prima linea accanto a chi soffre rischiando la propria vita». Un grazie, infine, all’equipe del reparto di malattie infettive del policlinico universitario di Catanzaro diretto dal professor Torti che, ancora le parole dell'arcivescovo, «ogni giorno è vicina ai più fragili. Una realtà sanitaria di cui i calabresi devono andare fieri».
L’arcivescovo emerito di Cosenza – Bisignano è stato ordinato sacerdote il 12 luglio del 1964 dall’allora arcivescovo di Reggio Calabria, monsignor Ferro.
Una data non casuale: al 18 marzo 2020 è legata immagine-simbolo dei camion militari che attraversano Bergamo con i feretri delle prime vittime al loro interno
Un romanzo storico che prende ispirazione da un’opera ospitata nel Museo diocesano di Cosenza. L’autore: «Ho scritto anche per promuovere la bellezza conservata nella nostra Cattedrale».