
Oggi la Chiesa ricorda Santa Flavia Domitilla, martire del primo secolo
Non ci sono notizie storiche approfondite sulla sua vita, ma la sta testimonianza eroica di Fede è certa. Il suo culto è particolarmente sentito nel Lazio.
I resti del venerabile don Francesco Mottola, dopo la ricognizione canonica, sono stati ieri riposti in un nuovo sepolcro marmoreo della concattedrale di Tropea. È stato un evento molto partecipato e allo stesso tempo emozionante. I resti del sacerdote che sarà proclamato beato il prossimo 10 ottobre, hanno fatto rientro in concattedrale, alla presenza dell'amministratore apostolico della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Francesco Oliva e tra l'emozione generale della Famiglia Oblata, dei tanti sacerdoti, del popolo.
La nuova collocazione dei resti del venerabile don Francesco Mottola era stata disposta da «apposita Instructio della Congregazione delle Cause dei Santi del 7 novembre 2019 e secondo le norme sulle Ricognizioni Canoniche dell’8 dicembre 2017».
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Erano presenti i membri del Tribunale nominato dal vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea l’11 maggio 2021 che si sono occupati della Ricognizione Canonica dal 18 al 20 maggio 2021. Il giudice delegato, monsignor Filippo Ramondino, il promotore di giustizia don Sergio Meligrana, il perito medico, la dottoressa Maria Bernardi, commissario straordinario Asp Vibo Valentia, gli operai Gaetano Gallista e don Nicola Berardi. In qualità di testimoni erano presenti anche il reverendo Ignazio Toraldo Di Francia, parroco della Cattedrale e Liliana Vita, sorella maggiore delle Oblate del Sacro Cuore. Presente anche il postulatore della Causa, il reverendo don Enzo Gabrieli ed il fratello maggiore degli oblati il reverendo Francesco Sicari. Prima delle operazioni di ricognizione i presenti hanno assolto al relativo giuramento di riservatezza.
Dopo aver provveduto alla ripulitura dei resti mortali, su indicazione del perito medico, è stato prelevato l’osso Iodie e altri resti mortali per la confezione delle reliquie in vista della beatificazione che vengono consegnate al postulatore della causa Don Enzo Gabrieli. I resti mortali di don Francesco Mottola sono stati dunque collocati in una apposita urna chiusa con nastro rosso ispanico e sigillata con sigillo della Curia vescovile di Mileto dall’Amministratore Apostolico di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Francesco Oliva. Una copia di questo verbale è stata consegnata alla Curia vescovile di Mileto. Sarà allegato alla documentazione della Ricognizione, e una copia sarà trasmessa, completa degli allegati, alla Congregazioni della Causa dei Santi.
«Il messaggio che don Francesco Mottola lascia a tutti noi è quello di cercare i tesori nella semplicità e povertà», ha detto monsignor Oliva nella sua omelia. Ha definito il sacerdote che presto sarà beato, «un santo di questo tempo, un santo di questo popolo. Lui - ancora Oliva - che ha voluto le case della carità aperte a tutti, soprattutto ai più bisognosi, lascia il messaggio dell’accoglienza, della carità rivolta a tutti, soprattutto verso i più disagiati».
PER APPROFONDIRE: Don Mottola Beato, Oliva scrive a tutti i fedeli
Come don Francesco Mottola, ha aggiunto l'amministratore apostolico della diocesi, «bisogna essere aperti al dialogo con tutti indistintamente, per ascoltare la gente, il grido dei poveri, del fratello che ci sta accanto, ma soprattutto ascoltare gli ultimi, i più poveri».
Non ci sono notizie storiche approfondite sulla sua vita, ma la sta testimonianza eroica di Fede è certa. Il suo culto è particolarmente sentito nel Lazio.
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