Avvenire di Calabria

Nuovo sit-in dei Tis di tutte le province calabresi. Hanno manifestato a Catanzaro rinnovando l'appello a governo e politica

I tirocinanti calabresi tornano in piazza: «Vogliamo essere contrattualizzati»

Dopo le rassicurazioni giunte nei mesi scorsi, chiedono risposte in merito alla contrattualizzazione prospettata

di Redazione Web

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I tirocinanti calabresi chiedono a governo e politica un regalo sotto l'albero: la stabilizzazione dopo anni di precariato. Questa mattina sono scesi in piazza, dandosi appuntamento a Catanzaro.

Tirocinanti, nuova protesta in Calabria

La protesta pacifica si è svolta nel capoluogo di Regione. I tirocinanti di inclusione sociale, centinaia provenienti da tutta la Calabria, si sono ritrovati dinnanzi la sede della Prefettura.


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A indire la manifestazione le segreterie regionali di di Nidil Cgil, Felsa Cisl, UilTemp e Usb FdS, per reclamare risposte per i circa 4 mila lavoratori che attendono l'approvazione di una norma in grado di consentire la loro contrattualizzazione.

L'emendamento di luglio, una luce sul futuro dei tirocinanti calabresi

A luglio, infatti, era stato dato il via libera ad un emendamento a firma del deputato reggino di Forza Italia Francesco Cannizzaro, che avrebbe dovuto preludere alla stabilizzazione. Ciò non è avvenuto per mancanza di copertura economica da parte degli enti nei quali i "Tis" prestano la loro opera.


PER APPROFONDIRE: Tirocinanti calabresi, ottenuto un altro anno di proroga


«Nello scorso novembre - affermano i sindacati in una nota - si è proceduto, dietro nostra richiesta a ripresentare un nuovo emendamento che prevedesse la loro contrattualizzazione a 18 mesi con relativa copertura finanziaria. In una prima seduta il testo è stato riformulato cassando il comma relativo alla copertura finanziaria, ma successivamente è stato ritirato».

4 mila lavoratori essenziali per la pubblica amministrazione, ma precari

Il bacino dei Tis, riporta la nota, comprende «circa 4000 lavoratrici e lavoratori che tutti gli amministratori locali riconoscono essere ormai essenziali per l'erogazione di tutta una serie di servizi e che si sono ben integrati, nei circa 12 lunghi anni di formazione e tirocinio on the job, nella macchina amministrativa delle nostre comunità. Tutto ciò per ritrovarsi senza un regolare contratto, senza tutele previdenziali, senza diritti a ferie-malattie-permessi e con progetti che vengono rinnovati di anno in anno, attaccati alla speranza che si trovino le risorse o che vi sia la volontà politica di non staccare la spina».

Nidil Cgil, Felsa Cisl, UilTemp e Usb FdS parlano inoltre di «una situazione insostenibile e fortemente discriminatoria, atteso che tirocinanti del medesimo bacino, ma operanti negli scorsi anni presso i ministeri della Giustizia, dei Beni Culturali e della Scuola, nel frattempo sono stati contrattualizzati per 18 mesi con risorse interamente statali».

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