Avvenire di Calabria

La professoressa Matilde Pietrafesa dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è intervenuta sulla proposta dell’idrogeno verde alla Liquichimica di Saline Joniche

Idrogeno alla Liquichimica di Saline, disco verde dall’Università Mediterranea

Le parole dell’accademica: “ In futuro si prevede che la domanda di idrogeno si concentrerà in determinate aree, cosiddette hydrogen valleys, di coesistenza di offerta e domanda, ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno“

di Davide Imeneo

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La professoressa Matilde Pietrafesa dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è intervenuta sulla proposta dell’idrogeno verde alla Liquichimica di Saline Joniche.

Liquichimica, la Mediterranea sposa l’idea della conversione a idrogeno verde

Leggi la nostra intervista all’ordinaria reggina Matilde Pietrafesa (Università Mediterranea) sulla nostra proposta di convertire il sito dismesso della Liquichimica di Saline Joniche in una nuova centrale a idrogeno verde.

Che ne pensa della nostra proposta di convertire l’area dell’ex Liquichimica di Saline in una centrale di produzione a idrogeno verde?

Mi sembra un’ottima idea, dalla duplice valenza di riqualificazione di un’area industriale dismessa e di sviluppo di tecnologie rinnovabili in una zona geografica come la nostra, ad elevata disponibilità di energia rinnovabile, soprattutto energia solare. In tal modo il nostro territorio si inserirebbe a pieno titolo nell’ambito delle azioni promosse dalla Strategia Italiana sulla Ricerca sull’Idrogeno, adottata dal MUR nel 2020, in conformità al Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, alla più ampia Agenda ambientale dell’Unione Europea e alla Strategia per l’Idrogeno dell’UE.


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L’idrogeno sul lungo termine (2050) può supportare lo sforzo di decarbonizzazione del Paese soprattutto nei settori come i processi di produzione ad alta intensità energetica o l’aviazione; per il prossimo decennio, è prevista anche l’applicazione nel settore dei trasporti, in particolare dei mezzi pesanti (camion a lungo raggio), nelle ferrovie e nell’industria e la miscelazione nella rete del metano. Nel settore civile, con particolare riferimento al riscaldamento residenziale e commerciale, può altrettanto contribuire alla decarbonizzazione, grazie alle nuove caldaie a idrogeno, concorrenti delle pompe di calore e di altre tecnologie a basse emissioni di carbonio in sostituzione di quelle basate su prodotti a metano e petroliferi.

L’idrogeno è pericoloso per la salute delle persone o per l’ambiente?

L’idrogeno non è pericoloso per la salute delle persone o per l’ambiente, poiché il prodotto della sua combustione è solo vapore acqueo. La sua produzione per via elettrolitica dall’acqua a partire da energia rinnovabile (idrogeno green) è altrettanto priva di sostanze dannose per l’ambiente (gas di serra), a differenza della produzione tramite processi industriali (ad alta temperatura e pressione) a partire da combustibili fossili (steamreforming, idrogeno grigio o blu), che comportano rilevanti emissioni di CO2 in atmosfera; quest’ultima tecnologia attualmente rappresenta circa il 95% dell’intera produzione mondiale (circa 70 milioni di tonnellate annue). 


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Sta mutando profondamente il panorama energetico: secondo lei una centrale a idrogeno aiuterebbe la Città Metropolitana di Reggio Calabria ad affrontare il futuro con più intraprendenza?

In futuro si prevede che la domanda di idrogeno si concentrerà in determinate aree, cosiddette hydrogen valleys, di coesistenza di offerta e domanda, ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno. Grazie alla produzione totalmente in loco la generazione di energia elettrica da rinnovabile e la capacità di elettrolisi situate accanto al punto di consumo consentiranno diminimizzare i costi di trasporto. Tali realtà, oltre a contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e all’ascesa del mercato, potranno anche avere un impatto sociale: in caso di collocazione in aree dismesse o distretti industriali in recessione, come quelli dellaLiquichimica di Saline, stimolerebbero l’economia locale creando nuove opportunità per le imprese.

Per dare il via a una rapida discesa dei costi di produzione, è fondamentale infatti aumentare la capacità di produzione, così da accrescere la competitività dell’idrogeno rispetto ad altri prodotti a basse emissioni di carbonio: in tale contesto, la crescita di progetti pilota, anche attraverso programmi comunitari dell’UE e la sperimentazione di nuove tecnologie potrebbe dare il via agli investimenti nella capacità di produzione.


PER APPROFONDIRE: Repower: «Alla Liquichimica di Saline subito un impianto fotovoltaico da 25 Mw. Interessati all’idrogeno»


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