
Terra Santa ferita dalla guerra, il sostegno della Caritas diocesana di Reggio Calabria
La raccolta dell’Avvento di Fraternità sarà destinato alla Terra Santa all’insegna di un legame speciale avviato nel 2016.
di Filippo Passantino - «Speriamo di poter ricostruire il convento di San Giuseppe di Beirut, semidistrutto, con il tetto e molte pareti crollate, con porte divelte e finestre esplose». Lo dice il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, in riferimento alle due esplosioni che si sono verificate, lo scorso 4 agosto, nella capitale libanese, a causa delle quali sono morte oltre 200 persone. «Molti giovani di Harissa hanno aiutato la nostra piccola comunità a ripulire dalle macerie nei giorni successivi - riferisce - . L'altra priorità indicata è quella di aiutare e dare assistenza a tante persone che sono rimaste senza una casa. I nostri frati, che vivono in Libano, hanno cercato di capire cosa possono mettere a disposizione nelle altre zone dove siamo presenti». Ricordando che «il momento era già molto difficile per la realtà libanese che aveva sperimentato la bancarotta dello Stato e per la pandemia di Coronavirus», il custode ribadisce che, «oltre a pregare, sentiamo il bisogno di intervenire e fare qualcosa di concreto. L'aiuto dei donatori è essenziale - è l'appello di padre Patton - La vicinanza e la condivisione di tutti coloro che possono offrire qualcosa è fondamentale per poter stare accanto alla popolazione e ricostruire la nostra presenza».
La raccolta dell’Avvento di Fraternità sarà destinato alla Terra Santa all’insegna di un legame speciale avviato nel 2016.
La regione registra dati in crescita secondo i dati forniti dal ministero della Salute. Ridotto il divario Nord-Sud, ma c’è ancora molto da fare.
Il concetto di bene relazionale offre una chiave di lettura sulle dinamiche che regolano la vita sociale