Avvenire di Calabria

Si rinnova l'ormai tradizionale messaggio del presule durante la stagione estiva pronta ad entrare nel vivo

Locri, Oliva ai turisti e agli immigrati: «Benvenuti in questa terra accogliente e da amare»

Ecco il "Benvenuto" del vescovo a quanti hanno scelto la locride non solo per trascorrere le vacanze

di Redazione Web

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«Benvenuti! Bentornati!», inizia così il "tradizionale" messaggio ai turisti del vescovo di Locri - Gerace, monsignor Francesco Oliva, anche quest'anno indirizzato «a quanti hanno scelto di trascorrere le vacanze nella Locride». 

Il messaggio del vescovo di Locri ai turisti

«Dico “benvenuti” ai turisti che vengono a trascorrere le vacanze nella Locride. Dico “bentornati” a quanti fanno ritorno nel paese natio, nella terra che ha dato loro le origini, la vita e gli affetti. Sono lieto di darvi il mio fraterno e affettuoso “bentornati” e di potervi assicurare la cordialità di questi luoghi», le parole indirizzate nel suo messaggio dal vescovo di Locri - Gerace ai turisti e a quanti hanno scelto il territorio della locride non solo come meta per le vacanze.


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«Tanti di voi - ancora monsignor Francesco Oliva - hanno atteso l’arrivo delle vacanze, per rallentare i ritmi frenetici della vita moderna e sperimentare un po’ di sollievo, lontani dai contesti abituali, come anche per godere la vicinanza fisica e affettiva delle persone care. Nel cuore dell’estate, quando il sole picchia, con temperature oltre le massime del periodo, auguro un tempo di riposo al mare o in montagna. Qui, nella Locride, mare e monti s’incontrano ed offrono una varietà paesaggistica incantevole», assicura il presule. 

Locride, terra "accogliente" e "amica"

Da qui dunque - ancora il messaggio del vescovo di Locri indirizzato a turisti e non solo - il «Benvenuti in questa terra, povera ma ricca di bellezza e di umanità, a quanti l’hanno scelta come meta di riposo per una vacanza serena, senza il rumore assordante del traffico cittadino». 

Un benvenuto non solo ai turisti, ma anche a coloro che raggiungono le coste ioniche non per vacanza, ma ai «migranti che approdano sulle nostre spiagge in cerca di futuro e speranza e provano gioia per i pericoli scampati, della guerra, della carestia e della fame. E si rallegrano al calore di un’accoglienza amica. “Benvenuti” - si rivolge a loro Oliva - in una terra che sa accogliere e rendere tutti parte integrante della propria comunità. Le nostre chiese, i nostri lidi, le colline aspromontane e le nostre case sono pronte a tendere la mano». 

Il cuore della cultura ellenistica

«“Benvenuti” o “ben tornati” nella Locride, patria di Zaleuco, primo legislatore del mondo occidentale e dell’antica poetessa greca Nosside, fulcro della cultura ellenistica. “Benvenuti” in questa terra ricca di arte, di storia e di antiche tradizioni», è ancora il messaggio del vescovo di Locri - Gerace.

«Molti paesi - ricorda Oliva - vi riportano all’età antica, greca e romana, normanna e medievale con chiese e monasteri, castelli e case nobiliari, con siti archeologici ricchi di reperti. Tra questi l’area archeologica di Locri Epizephiri e di Kaulon, risalenti all’epoca magnogreca, la Villa Romana di Casignana e il Naniglio di Gioiosa Jonica, l’antica Cattedrale di Gerace, la Cattolica di Stilo, il Musaba di Mammola, creato dal compianto artista Nik Spatari. Sono siti che ripagano le difficoltà di un percorso turistico che, purtroppo, sono sempre meno coloro che lo prediligono». 

Il momento più bello: l'incontro con i valori umani e cristiani

A tutti coloro che vivranno questa estate il territorio, assicura ancora il presule: «Incontrerete persone amiche e accoglienti! Fa parte della nostra cultura dare una mano a chi viene o ritorna. Nel passato, ma ancora oggi, sono in molti ad emigrare in cerca di pane e dignità, dimostrandosi capaci di trasmettere, insieme a competenze tecniche e scientifiche, i valori umani e cristiani che hanno ricevuto da una sana tradizione familiare. Ci onora sapere che tanti nostri emigrati hanno arricchito i luoghi dove sono giunti attraverso la cultura, il sapere, la sensibilità e la loro genuina religiosità». 

«Bentornati», dunque, nella Locride, per il vescovo Oliva, «terra amata e da amare. C’è aria di festa nei nostri borghi per il vostro ritorno. Qui si respira la gioia di riabbracciare un parente, un amico, un conoscente. Al suono delle bande musicali e delle campane a festa sotto lo sguardo del Santo Patrono e della beata Vergine Maria. Sono momenti che danno sapore e bellezza alle vostre ferie. Il vostro ritorno fa riapparire la gioia di appartenere al medesimo villaggio che ha formato uomini e donne che rendono più bello il mondo che abitano». 

Tanti limiti e difficoltà da sopportare in una terra comunque da amare

Nelle parole del vescovo, non mancano le note di "denuncia". Nel dire ancora «“Benvenuti” in questa terra», ne evidenzia infatti ancora «limiti e difficoltà» da sopportare. «Sono tante - ammette - le ombre che oscurano i suoi orizzonti e fanno perdere la speranza delle legittime attese della civiltà moderna. Sono le ombre di collegamenti difficili e fatiscenti, di una viabilità precaria e scarsa, di centri collinari e di montagna che stanno diventando un deserto ed una periferia dimenticata. Sono le ombre di grandi opere, iniziate e mai portate a termine, con dispendio di enormi risorse finanziarie. Tra queste, destano scalpore opere incompiute quali la diga sul Lordo; la strada di collegamento “Bovalino-Bagnara”, i tunnel sul Lordo e della Limina con lavori eternamente in corso». 

Nonostante tutto, conclude il vescovo di Locri Gerace, «siete in tanti che avete scelto di venire o di tornare in questa terra. Una terra da amare! Porterete con voi il ricordo di incontri, di feste, di momenti lieti, di belle scoperte. È quello che sa dare questa nostra terra». 


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«A tutti - ancora le parole di monsignor Oliva - va il mio augurio di giorni all’insegna dell’amicizia e della convivialità. Siano pieni di calore umano, un’occasione, per riscoprire il valore della vita, per ritemprarsi nel corpo e nello spirito a fronte di una quotidianità̀ che lascia poco spazio al silenzio, alla riflessione e al contatto con la natura. Siano un tempo di vero ristoro, in modo da ritornare alla quotidianità confortati dalla pace del cuore sotto l’amorevole sguardo della Vergine Maria, sempre al centro della religiosità del popolo locrideo». 

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