Avvenire di Calabria

Il ministro Bonisoli: «Codex, un tesoro da far conoscere»

Il responsabile dei Beni Culturali a Rossano: «Questo Codex deve farci riflettere sul potenziale che la cultura può avere in questo territorio»

Redazione Web

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L’arcidiocesi di Rossano–Cariati e il Museo diocesano e del Codex hanno organizzato, anche quest’anno, l’evento “Sfogliando il Codex”, prestigiosa cerimonia che prevede lo sfoglio di una pagina del Codex Purpureus Rossanensins, il prezioso evangelario greco miniato del VI secolo custodito nel Museo e riconosciuto dall’Unesco come bene patrimonio dell’umanità, nella categoria “Memory of the World”.

Per l’occasione l’arcidiocesi e il Museo, hanno inteso invitare il Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, a presenziare alla cerimonia dello “Sfoglio” che si è tenuta lo scorso 18 gennaio. L’invito rivolto al Ministro è stato un gesto che ha sottolineato l’apporto fondamentale e la preziosa collaborazione fornite dal Ministero per i beni e le attività culturali alle due importanti azioni di tutela e valorizzazione, quali il delicato restauro del Codex effettuato presso l’Icrcpal (Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario) e il progetto di riallestimento del nuovo Museo diocesano e del codex.

La presenza del Ministro ha rappresentato, senza dubbio, motivo di grande onore e soddisfazione per l’arcidiocesi di Rossano e per il Museo diocesano e del Codex, piccolo ma operoso e dinamico museo del Sud, riconosciuto nell’ottobre del 2017, dall’Icom, tra i dieci migliori musei d’Italia e custode di un’opera tra le più alte espressioni della cultura bizantina. Nella stessa giornata, il ministro Bonisoli ha visitato anche il Museo diocesano di Cosenza.

«Il Vescovo di Rossano, che ringrazio per la preziosa ospitalità – ha detto Bonisoli – mi ha riferito che sono il primo ministro a sfogliare una pagina di questo delicatissimo manoscritto. Sono onorato ed emozionato. Questo Codex deve farci riflettere sul potenziale che la cultura può avere in questo territorio. Mi vengono in mente due riflessioni. La prima è che i beni devono essere protetti il più possibile perché sono un patrimonio ereditato dai nostri avi e che lasceremo alle generazioni future. Nel Mezzogiorno, poi, questo patrimonio è immenso e molto articolato. La seconda è che la cultura, soprattutto in Calabria e in generale nel Mezzogiorno, può essere un modo per creare occasioni di occupazione».

«Avere un tesoro come questo e non farlo conoscere a tutto il mondo – ha detto ancora il ministro Bonisoli – è un peccato. Il Codex è patrimonio mondiale dell’Unesco e bisogna indurre i turisti a venire a vederlo». All’incontro con Bonisoli erano presenti il vescovo di Rossano, Giuseppe Satriano; il commissario prefettizio del comune di Rossano, Domenico Bagnato; il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, ed i vertici del Mibac, il segretario generale Giovanni Panebianco, ed il capo di gabinetto, Tiziana Coccoluto.

Il Codex Purpureus Rossanensis è un manoscritto del Nuovo Testamento, dal formato di 200 per 307 millimetri, in pergamena colore porpora (da qui il nome “Purpureus”), di straordinario interesse dal punto di vista sia biblico e religioso, sia artistico, paleografico e storico, sia documentario.

È però mutilo, i suoi 188 fogli, forse dei 400 originari, contengono soltanto l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco (fino al versetto 14 dell’ultimo capitolo); nel corpo del volume si trova anche una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli. La legatura in pelle scura risale al sec. XVII o XVIII. La cerimonia è ormai divenuta un appuntamento atteso e di grande rilievo in quanto, per l’occasione, viene eccezionalmente aperta la teca che contiene il Codex e sfogliata una nuova pagina, il tutto con il coinvolgimento di istituzioni regionali e nazionali.

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