Avvenire di Calabria

Dicembre è tradizionalmente il mese del dono, e con esso torna una delle iniziative più sentite e importanti per la solidarietà in Italia

Il Natale ha un’altra buona stella: è nata a Reggio Calabria

Parla la presidente dell'Ail reggina e vibonese Domenica Sembianza: «L'iniziativa nasce in riva allo Stretto ed è diventata simbolo della missione dell'Ail»

di Davide Imeneo

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Dicembre è tradizionalmente il mese del dono, e con esso torna una delle iniziative più sentite e importanti per la solidarietà in Italia: la campagna Stelle di Natale dell’AIL.

Il presidente Ail di Reggio Calabria, Sembianza: «Ecco l'altra buona Stella di Natale»

In questa intervista, Domenica Sembianza, presidente dell’Ail di Reggio Calabria e Vibo Valentia, ci racconta l’evoluzione di questa iniziativa nata proprio a Reggio Calabria, e come sia diventata un simbolo della missione dell’AIL.

Può raccontarci in cosa consiste la campagna “Stelle di Natale”?

La Stella di Natale è oramai uno dei simboli storici della mission dell’AIL. Un’idea che nasce proprio a Reggio Calabria nel 1989 quando furono vendute le prime 500 Stelle di Natale per acquistare dei macchinari necessari al reparto di Ematologia.

Domenica Sembianza (al Centro) insieme a due volontarie in udienza da Papa Francesco per i 55 anni di Ail

Da qual momento AIL nazionale ha adottato la Stella di Natale e ne ha fatto un motivo trainante attraverso il quale raccontare delle storie dei pazienti e del lavoro quotidiano di tutti i volontari a favore dei malati e delle loro famiglie durante il percorso di cura difficile, provando ad aiutarli a farli guardare oltre le sfide e la sofferenza del presente.

Quanto è importante per AIL sensibilizzare la popolazione attraverso queste campagne, oltre che raccogliere fondi?

La sensibilizzazione alla lotta contro i tumori del sangue è un elemento centrale della mission AIL. Coscienza è partecipazione, quindi sensibilizzare il pubblico significa metterli nella condizione migliore per comprendere la complessità dell’argomento offrendo però la bellezza della disponibilità quotidiana dei volontari che operano, in reparto o presso le case AIL, al fianco delle necessità specifiche dei pazienti ematologici e delle famiglie.



Non dobbiamo dimenticare che la sensibilizzazione è anche rivolta ai pazienti e alle loro famiglie affinché possano essere consapevoli della patologia, dei percorsi terapeutici e delle possibilità di cura anche attraverso l’uso di un linguaggio semplice e comprensibile finalizzato a renderli capaci di affrontare meglio la propria condizione. Sono tanti gli appuntamenti che annualmente AIL, a carattere nazionale, dedica alle iniziative di incontro con i pazienti e di divulgazione scientifica e di approfondimento sulle patologie, sulle terapie e sulle nuove prospettive di cura.

Quali sono le principali attività e i servizi offerti dalla sezione di Reggio Calabria per i pazienti e le loro famiglie?

La sezione “Alberto Neri” di Reggio Calabria supporta la Divisione di Ematologia e il Centro Trapianti Midollo Osseo, collaborando con i medici per assistere i pazienti e le loro famiglie. Offre accoglienza in reparto con volontari preparati, e finanzia borse di studio per medici e specialisti. In ambito pediatrico, gestisce una Ludoteca con operatrici e psicologa per seguire i bambini e i genitori.


PER APPROFONDIRE: Ail, “Sognando Itaca” approda a Reggio Calabria


AIL garantisce anche assistenza domiciliare per pazienti con difficoltà negli spostamenti, fornendo prelievi e trasfusioni a casa. Offre inoltre supporto psicologico durante tutto il percorso clinico, alloggi gratuiti nelle Case AIL per chi viene da fuori città, e aiuti economici per coprire spese di viaggio, lavanderia, indumenti e conservazione del seme. Infine, organizza incontri di cura estetica per migliorare il benessere psicofisico dei pazienti.

Quanto è rilevante il sostegno alla ricerca scientifica per il lavoro di AIL, e quali progressi sono stati ottenuti grazie a questi fondi?

“Un futuro senza tumori del sangue, insieme possiamo” è la missione di AIL, condivisa da tutti i volontari impegnati a costruire un mondo libero da queste malattie. È questo il fine del nostro operato, ed è per questo che lavoriamo tutti insieme per sostenere lo sviluppo delle nuove terapie e per migliorare i servizi di assistenza, accoglienza e informazione. Tra i tanti progetti di ricerca finanziati dalla nostra sezione AIL, quello di cui oggi mi fa piacere parlare è la prima terapia genica anticancro chiamata CART, che modifica i linfociti T del paziente per riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Questa terapia è ora una realtà clinica in molti centri italiani, offrendo una nuova speranza ai pazienti affetti da tumori del sangue aggressivi e resistenti.

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