
Calabria capofila nella gestione dei beni confiscati
Alla seconda Conferenza nazionale sui beni confiscati, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha
La scorsa settimana nell’ambito del Workshop Beni Confiscati promosso dal comune di Reggio Calabria, d’intesa con altre istituzioni pubbliche, si è svolta la consegna ufficiale di un bene confiscato che la Città Metropolitana di Reggio Calabria ha assegnato al consorzio Macramè. Si tratta di un edificio su due piani e lastrico solare proveniente dalla cosiddetta “confisca Campolo” (Gioacchino Campolo, considerato il re dei videopoker, ndr) ubicato in pieno centro a Reggio Calabria, dove al piano terra dello stesso immobile vi è attualmente la sartoria sociale della cooperativa Soleinsieme, associata sempre al consorzio Macramè.
Come noto non è il primo bene che viene assegnato al consorzio: già undici anni or sono (con l’allora denominazione Terre del Sole) il comune di Melito Porto Salvo ha affidato a Macramè un terreno di 11 ha con annesse case rurali dove oggi si svolgono campi di lavoro e attività agricole di produzione di agrumi, e più di recente il comune di Rosarno ha fatto altrettanto consegnando al consorzio un terreno di circa 3 ettari su cui si sta lavorando d’intesa con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria per realizzarvi un parco.
La collaborazione con l’Università Mediterranea è stata altrettanto proficua anche nel caso dell’immobile assegnato dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Occorre sottolineare che l’assegnazione dell’immobile è avvenuta nel corso di una procedura di evidenza pubblica posta in essere dalla Città Metropolitana, cui hanno partecipato ben sette enti con altrettante loro proposte, che sono state oggetto di valutazione da parte di una apposita Commissione nominata dagli organi della Città Metropolitana, a conclusione della quale il progetto presentato da Macramè ne è risultato aggiudicatario.
Le successive delibere del Sindaco e del Consiglio Metropolitano hanno sancito la regolarità della procedura.
L’immobile confiscato, unitamente al piano terra già assegnato a Soleinsieme, costituirà un unicum progettuale che, nelle intenzioni del consorzio, dovrà essere quanto più possibile rivolto a donne in difficoltà e più in generale a persone svantaggiate.
Diverse sono le ipotesi al vaglio per dare una seconda vita al bene confiscato la cui ristrutturazione presenta costi piuttosto elevati, visto il pregio architettonico della costruzione originaria. Tutte le idee che abbiamo, dovranno essere necessariamente esaminate affinché si realizzino attività sostenibili nel tempo, e per questo occorre attivare un percorso di condivisione con i cittadini, le istituzioni e gli stakeholder affinchè il bene confiscato diventi bene comune fruibile dalla collettività.
Adesso ci aspetta un periodo di riflessione per affinarle e soprattutto un grande sforzo progettuale per trovare le risorse che servono alla sua realizzazione.
* direttore Consorzio Macramé
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